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  • Martedì 1 novembre 2016

Le registrazioni delle telefonate tra l’attentatore di Orlando e la polizia

Sono state diffuse lunedì e risalgono all'attacco del 12 giugno: si sente la voce di Omar Mateen, prima tranquilla e poi minacciosa

Omar Mateen (MySpace via AP, File)
Omar Mateen (MySpace via AP, File)

Lunedì 31 ottobre sono state diffuse quattro registrazioni delle telefonate che avvennero la sera del 12 giugno 2016 tra Omar Mateen e la polizia di Orlando durante l’attacco terroristico al Pulse, un famoso locale gay della città. L’attacco, nel quale Mateen uccise 49 persone, fu la peggiore sparatoria di massa nella storia degli Stati Uniti. La polizia di Orlando aveva già diffuso a settembre le trascrizioni delle conversazioni telefoniche, ma finora non le registrazioni. Il New York Times ha raccolto in un video alcuni passaggi delle telefonate, in cui si sente la voce di Mateen cambiare col passare del tempo: all’inizio sembra tranquilla, poi diventa sempre più agitata e minacciosa.

Nelle telefonate alla polizia si sente Mateen giurare fedeltà allo Stato Islamico (o ISIS) e dire di avere organizzato l’attentato al Pulse per rispondere ai bombardamenti americani in Siria e in Iraq. Come era già emerso dopo la diffusione delle trascrizioni, una delle cose più interessanti che dice Mateen riguarda l’uccisione di Abu Wahid, uno degli esponenti più importanti ma anche più misteriosi dello Stato Islamico. Wahid fu ucciso a maggio, un mese prima l’attacco al Pulse, durante un bombardamento statunitense: il fatto che Mateen ne conoscesse il nome ha fatto pensare a diversi esperti e studiosi che l’attacco al Pulse non fosse stata l’azione di una persona toccata solo parzialmente dalla propaganda dello Stato Islamico, ma di qualcuno che era molto informato e già ampiamente radicalizzato.

Mateen è stato ucciso dalla polizia la notte dell’attacco. Aveva 29 anni, era nato a New York ed era cresciuto in Florida, dove si era laureato in “Tecnologie per la giustizia criminale” nel 2006. Mateen viveva a Fort Pierce, una città sulla costa della Florida a circa 200 chilometri da Orlando. L’FBI aveva condotto in due occasioni delle indagini su Mateen: la prima nel 2013, dopo che aveva detto ad alcuni suoi colleghi di avere legami con dei gruppi terroristici, inclusa al Qaida. L’FBI interrogò Mateen, ma alla fine concluse che l’uomo stava mentendo. Nel 2014 fu di nuovo interrogato dopo che l’FBI scoprì che aveva frequentato la stessa moschea di Moner Mohammad Abusalha, un cittadino americano di 22 anni che si era unito ad al Qaida in Siria, compiendo un attentato suicida. L’FBI stabilì che Mateen e Abusalha probabilmente si conoscevano di vista ma non avevano un vero legame.