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  • Martedì 18 ottobre 2016

Cos’è la storia delle note spese di Di Maio

È il parlamentare del Movimento 5 Stelle che ha speso di più negli ultimi 3 anni per eventi sul territorio e se ne sta parlando per via di un blog di ex militanti del partito

Luigi Di Maio
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Luigi Di Maio (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Da ieri i giornali italiani si occupano delle note spese di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera del Movimento Cinque Stelle e uno degli esponenti più conosciuti del partito di Beppe Grillo. Di Maio ha rendicontato 108 mila euro in quasi tre anni per attività politica sul territorio, molto più di tutti gli altri parlamentari del partito: secondo alcuni sono troppi soldi rispetto alle spese dei suoi colleghi, secondo altri sono troppi perché sconfessano alcuni dei principi originari del Movimento Cinque Stelle, che fare politica non costa niente e che c’è una “casta” che fa politica per guadagnarci.

La storia delle note spese di Di Maio (nonostante alcuni giornali ne avessero già parlato mesi fa) è stata tirata fuori da un blog che si chiama Supernova e che è curato da Marco Canestrari e Nicola Biondo, due ex attivisti del Movimento che ora seguono in modo molto critico le vicende del partito: il primo è uno sviluppatore informatico che dal 2007 al 2010 ha lavorato alla Casaleggio Associati occupandosi tra le altre cose, per il blog di Beppe Grillo, della comunicazione con i MeetUp locali, il secondo dall’aprile del 2013 al luglio del 2014 ha diretto l’ufficio comunicazione M5S alla Camera. Supernova è anche il titolo dell’inchiesta giornalistica sul Movimento 5 Stelle che i due autori vogliono pubblicare grazie a un finanziamento in crowdfunding e di cui dallo scorso settembre sono disponibili, per chi ha versato almeno 5 euro, l’introduzione e i primi tre capitoli.

Tutti i parlamentari percepiscono una indennità, cioè uno stipendio vero e proprio che è pari a circa 5 mila euro mensili. Viene poi riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, una diaria che è pari a 3.500 euro circa al mese, somma che viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico. Inoltre è previsto un “rimborso delle spese per l’esercizio del mandato”: è pari a 3.690 euro ed è corrisposto direttamente a ciascun deputato in questo modo: per un importo fino a un massimo del 50 per cento a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese che devono essere attestate (collaboratori, consulenze, ricerche, gestione dell’ufficio, convegni e sostegno delle attività politiche); per un importo pari al 50 per cento, invece, forfettariamente. La metà di quei 3.690 euro non deve essere quindi rendicontata e ogni parlamentare può riceverla senza documentare specifiche spese sostenute. Oltre a questo ci sono poi le tessere per la libera circolazione su treni, aerei e navi e un rimborso annuale per le spese telefoniche.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle rinunciano a parte della loro indennità versandola in due speciali fondi creati dal Movimento stesso. Della diaria e del rimborso per esercizio del mandato trattengono quanto effettivamente speso, rendicontato con cadenza quadrimestrale e tutti i dati sono disponibili sul sito tirendiconto.it. I dati che Canestrari e Biondo mettono a confronto sono dunque quelli resi disponibili dai singoli parlamentari eletti: secondo i loro calcoli Di Maio ha speso 108 mila euro in due anni e dieci mesi per eventi sul territorio. Il secondo parlamentare del Movimento Cinque Stelle nella classifica delle note spese per eventi sul territorio è il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico con 31.600 euro di rimborsi chiesti nello stesso periodo considerato per Di Maio, poi il senatore Carlo Martelli con poco più di 28 mila euro, Carla Ruocco, circa 26 mila e così via, a scendere. Alessandro Di Battista è al diciottesimo posto della classifica con poco più di 16 mila euro.

Per la storia delle note spese, Di Maio è stato attaccato da diversi esponenti del Partito Democratico: «Come fa a parlare di risparmi, di lotta agli sprechi e di attività politica francescana?», ha detto ad esempio Alessia Morani. «Centomila euro per eventi sul territorio sono una bella sommetta, ancor di più se considerato che non comprende aerei e treni», ha aggiunto Emiliano Minnucci. Di Maio ieri ha replicato che «le cifre in questione sono pubbliche perché il M5S è l’unica forza politica trasparente. Aspettiamo con ansia che il 24 ottobre tutti i partiti possano approvare in aula la nostra proposta per dimezzare gli stipendi dei deputati». E ancora: «Come vicepresidente rinuncio al doppio stipendio, alle spese di rappresentanza, all’auto blu, al telepass gratuito, alle spese di tipografia e al cellulare di servizio. Gli eventi sul territorio prevedono spese di vitto, di alloggio e anche di trasporti che in alcuni casi non mi faccio rimborsare e in altri non sono rimborsabili. Spendo meno di 3 mila euro al mese».