Storie sul Waldorf Astoria

Una giornalista di Bloomberg ha fatto un giro nel famosissimo hotel di New York per raccontarne segreti e curiosità, dalla stazione ferroviaria sotterranea agli ingressi nascosti

di Nikki Ekstein – Bloomberg

(AP Photo/Ron Frehm)
(AP Photo/Ron Frehm)

In una città in cui i nuovi edifici appariscenti diventano posti superati nel giro di qualche mese, il famosissimo hotel di lusso Waldorf Astoria di New York è sopravvissuto per 85 anni. I nuovi arrivati come il Baccarat e il Park Hyatt hanno un senso del lusso più elegante e moderno; alcuni alberghi classici come il St. Regis, con il suo amato King Cole Bar, attirano frotte di esponenti dell’alta società; ma il fascino senza tempo del Waldorf Astoria si deve a qualcosa di diverso: il mistero.

Per quale motivo durante il loro mandato tutti i presidenti americani, a partire da Herbert Hoover fino a Obama, hanno scelto questo hotel nonostante la miriade di opzioni più moderne nel raggio di dieci isolati? L’insalata Walford fu davvero creata nell’hotel? E qual è la storia dietro lo strano atrio a due ingressi con l’orologio dorato nel mezzo? Queste domande circolano da un po’ di tempo, ma c’è anche tutto un mondo di segreti politici e misteri della cultura pop di cui forse non avete mai sentito parlare. In occasione dell’85esimo anniversario del Waldorf Astoria, Bloomberg ha fatto un giro esclusivo nell’hotel più affascinante del mondo per svelarne i segreti meno conosciuti.

Sotto l’hotel c’è una stazione dei treni segreta

Non c’è modo di vederla dalla superficie, ma proprio sotto il Waldorf c’è un’estensione poco conosciuta di Grand Central, la stazione ferroviaria di Manhattan. L’estensione fu costruita negli anni Trenta per aiutare il presidente americano Franklin Delano Roosevelt a tenere segreto il fatto che fosse stato affetto da polio. Secondo diverse voci la stazione continua a essere usata, e durante la nostra visita abbiamo visto le prove del fatto che ha ancora una qualche utilità per i presidenti americani. «Ci vogliono sette minuti per andare da qui all’aeroporto JFK», mi ha raccontato lo storico esperto di Grand Central Daniel Brucker, evitando abilmente la mia domanda sui protocolli d’evacuazione appesi sulle porte di un ascensore della stazione.

Nonostante abbia giurato al Secret Service − l’agenzia americana che si occupa della sicurezza dei presidenti e dei candidati presidenti − di mantenere la riservatezza a proposito di alcune caratteristiche della stazione, Brucker ha fatto dei cenni riguardo alla mancanza di un terzo binario elettrificato sul binario di fuga nella stazione. L’assenza è dovuta al fatto che i presidenti in visita all’hotel usano locomotive diesel a modalità duale che non hanno bisogno di un’alimentazione elettrica esterna per funzionare: è una precauzione nel caso si verifichino blackout o catastrofi.

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