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  • Mercoledì 21 settembre 2016

Il Cittadella primo in Serie B

La storia della squadra di una piccola città padovana appena tornata in Serie B che ora è in testa al campionato a punteggio pieno

Luca Strizzolo, Gianluca Litteri e Manuel Pascali dopo uno dei tre gol segnati al Novara (Maurizio Borsari/AFLO)
Luca Strizzolo, Gianluca Litteri e Manuel Pascali dopo uno dei tre gol segnati al Novara (Maurizio Borsari/AFLO)

Non era mai capitato all’Associazione Sportiva Cittadella, la squadra di una piccola città di ventimila abitanti in provincia di Padova, di trovarsi in testa al campionato di Serie B: per giunta con un vantaggio di cinque punti sulla seconda, dopo cinque vittorie su cinque partite disputate, e con il miglior attacco del campionato. Il Cittadella – o “il Citta”, come viene chiamato dai suoi tifosi – ha battuto in fila Bari, Ternana, Pro Vercelli, Novara e Avellino, subendo solamente tre reti e realizzandone tredici, otto delle quali contro Pro Vercelli e Novara. Finora, nella storia della Serie B, solo Sassuolo, Brescia e Torino erano riuscite a vincere tutte le prime cinque partite di campionato.

Le cinque vittorie del Cittadella sono arrivate grazie a un gioco molto offensivo, che ha esaltato l’ottima forma degli attaccanti Gianluca Litteri, Luca Strizzolo e Andrea Arrighini, già autori complessivamente di nove gol. In linea con la storia del Cittadella, i nomi di tutti e tre non dicono niente, forse nemmeno a chi il calcio lo segue con più interesse. Litteri, il più “noto” fra i tre, ha 28 anni ed è cresciuto nelle giovanili dell’Inter, che lo ha sempre mandato in prestito fino al 2011, quando è stato comprato dalla Ternana. Gioca con il Cittadella dalla scorsa stagione, in cui è stato uno dei migliori, segnando 15 gol in 34 presenze. Strizzolo e Arrighini invece hanno 24 e 26 anni e finora hanno giocato sempre per squadre di categorie minori. Nel resto della rosa di giocatori conosciuti ce ne sono ben pochi: c’è Luca Valzania, giovane promettente centrocampista di vent’anni in prestito dall’Atalanta, il capitano Manuel Iori, 34 anni e una carriera passata fra Torino, Chievo e Cesena, e altri due giovani del vivaio dell’Inter, il portiere Enrico Alfonso e il difensore Simone Pasa, che fra il 2012 e il 2013 mise insieme una decina di presenze nella sgangherata Inter allenata da Andrea Stramaccioni.

Il Cittadella è una società piccola che però ormai da anni riesce ad ottenere degli ottimi risultati, se paragonati alla dimensione della città e del club. Dal 2008 al 2015 ha sempre partecipato al campionato di Serie B, piazzandosi quasi sempre nella parte appena sopra la zona retrocessione: tranne che nel 2010, quando terminò il campionato in sesta posizione e andò a giocare i playoff per la promozione in Serie A, e due anni fa, quando venne retrocessa in Lega Pro. Oltre ai risultati degli ultimi dieci anni, il Cittadella è noto anche per il suo settore giovanile, uno dei più efficienti del Nord-Est. Da lì sono usciti, tra gli altri, Stefano Okaka, attaccante dell’Anderlecht e della nazionale italiana, Riccardo Meggiorini, attaccante del Chievo, Nicolò Cherubin, oggi all’Hellas Verona, e Matteo Rubin, ex di Bologna, Torino e Parma. Grazie al buon rapporto con l’Atalanta, società che dispone di uno dei settori giovanili migliori d’Italia, nel Cittadella sono cresciuti anche Daniele Baselli, Manolo Gabbiadini, Leonardo Pettinari e Matteo Ardemagni, arrivati in Veneto in prestito e, nel caso di Baselli e Gabbiadini, comprati e poi rivenduti all’Atalanta.

Difficilmente il Cittadella avrebbe potuto raggiungere risultati simili senza Angelo Gabrielli, imprenditore veneto che a Cittadella, negli anni Cinquanta, stabilì l’azienda Siderurgica Gabrielli, che negli anni diventò la seconda più grande azienda italiana del settore. Negli anni Settanta Gabrielli promosse la fusione tra le due piccole società di calcio di Cittadella, l’Unione Sportiva e l’Olimpia, che non fu così tranquilla come si potrebbe immaginare la fusione di due piccole squadre di un piccola città in aperta campagna: l’Unione Sportiva era infatti nota come la squadra “dei comunisti”, mentre l’Olimpia quella dei preti, cioè dei democristiani. In una decina di anni il Cittadella di Gabrielli arrivò tra i professionisti e si spostò allo stadio Tombolato, dove gioca tuttora. Verso la fine degli anni Novanta ottenne le promozioni in Serie C1 e in Serie B allenato da Ezio Glerean, che fece giocare la squadra con tre difensori e quattro attaccanti di ruolo, cosa per cui negli anni successivi divenne noto in tutta Italia (ispirò anche le tattica pensata da Antonio Pisapia, uno dei personaggi del film di Paolo Sorrentino L’uomo in più).

L’altra persona a cui il Cittadella deve gran parte del suo successo è Claudio Foscarini, allenatore del Cittadella per dieci anni di fila, dal 2005 al 2015, più della metà dei quali passati in Serie B. Con Foscarini il Cittadella ottenne il più alto risultato della sua storia, i playoff del 2010, grazie al quale acquisì una certa notorietà. Dopo la retrocessione di due anni fa, Foscarini lasciò il Cittadella e lasciò l’incarico a Roberto Venturato, allenatore veneto nato in Australia. Prima di passare al Cittadella, Venturato non aveva mai allenato in Serie B ma aveva ottenuto due promozioni di fila con il Pizzighettone e una con la Pergolettese, dalla Serie D ai professionisti. Fra il 2009 e il 2010 allenò anche la Cremonese, portandola fino ai playoff per la promozione in Serie B.

Angelo Gabrielli è morto nel 2009 e ora a capo dell’azienda e del Cittadella c’è il figlio Andrea, che le gestisce assieme ai fratelli. Nella passata stagione la società ha provveduto alla copertura dei seimila posti dei distinti e per il resto la società continua a essere gestita come ai tempi di Angelo Gabrielli, che Ezio Glerean descrisse così in un’intervista del 2013: «[Angelo Gabrielli] Era un educatore. Voleva arrivare a primeggiare, ma soprattutto teneva ai comportamenti. Per lui vincere la Coppa Disciplina o conquistare il campionato o la salvezza aveva lo stesso valore. Noi spesso riuscivamo a mettere insieme tutto».