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  • Mercoledì 10 agosto 2016

Le novità sui rifiuti a Roma

Virginia Raggi dice che l'emergenza sta terminando, ma la sua giunta è accusata di avere legami con quelli che hanno contribuito alla crisi

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Oggi il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha parlato della situazione dei rifiuti in città nel corso di un consiglio straordinario dell’Assemblea Capitolina, il consiglio comunale di Roma. Raggi ha detto che la situazione dei rifiuti accumulati per le strade di Roma nelle ultime settimane è stata quasi risolta e ha difeso Paola Muraro, il suo assessore all’Ambiente, criticata dal PD per i suoi precedenti legami con AMA, l’azienda pubblica che gestisce i rifiuti di Roma ed è accusata di sprechi e clientelismo.

In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera pochi giorni fa, il giornalista Sergio Rizzo ha riassunto i problemi che ha Roma con i rifiuti. In sostanza la città avrebbe bisogno di un piano strategico, cioè che duri diversi anni, e che porti a una ristrutturazione quasi completa della gestione dei rifiuti. Il problema è che un piano del genere non solo è costoso da realizzare – e Roma è già una città già pesantemente indebitata – ma dispiegherebbe i suoi effetti nel medio periodo. Un piano del genere, inoltre, dovrebbe prevedere molti cambiamenti nell’AMA, un’azienda che, scrive Rizzo:

stipendia 50 (cinquanta) sindacalisti a tempo pieno. Un’azienda dove 1.600 dipendenti su 7.800 sono ammessi ai benefici della legge 104, che consente di assentarsi dal lavoro tre giorni al mese per accudire i congiunti infermi: il 20,5% del totale, quindici volte in più rispetto alla media delle aziende private. E dove 400 di quei 1.600 il beneficio della 104 ce l’hanno addirittura doppio. Un’azienda nella quale si contano 1.200 dipendenti con in tasca un certificato medico di inidoneità al lavoro: chi ha l’ernia del disco, chi è allergico alle polveri, chi non può trascinare i cassonetti, chi ha paura del buio. Un’azienda dove per ogni turno vengono impiegate non più di 2 mila addetti, ma per contratto nazionale i giorni di festa si scende a 300. Con il risultato di un’emergenza ogni maledetta domenica.

Il “piano strategico”, quindi, comporta sacrifici immediati dal punto di vista finanziario e da quello del consenso, diciamo, ma cambierebbe le cose in meglio soltanto nel medio termine, probabilmente oltre la fine del mandato dell’amministrazione che decidesse di promuoverlo. Per questa ragione, racconta Rizzo, gli amministratori di Roma hanno quasi sempre preferito risolvere il problema affidandosi a un imprenditore locale, Manlio Cerroni, 90 anni, proprietario di una vasta filiera di imprese nel settore del trattamento dei rifiuti.

Il gruppo di Cerroni possiede l’immensa discarica di Malagrotta: 250 ettari, 2,5 chilometri quadrati, la stessa superficie della Cerchia dei Navigli di Milano. Cerroni, racconta Rizzo, «a ogni sindaco diceva la stessa cosa: “Lei ha già tanti problemi, lasci che uno glielo risolva io”»: risolverlo significava pagare l’impresa di Cerroni per gettare in massa i rifiuti all’interno della discarica, che è stata poi chiusa dal sindaco Ignazio Marino.

Per gestire i rifiuti senza discarica, il nuovo assessore all’ambiente Muraro ha deciso di utilizzare in maniera più intensiva una serie di impianti per il trattamento rifiuti, tutti e quattro costruiti da Cerroni, due dei quali affittati all’AMA (i rifiuti così trattati vengono inviati ad altri impianti o in discariche lontano da Roma). La procura di Roma sospetta che in passato questi impianti siano stati sottoutilizzati rispetto alle loro capacità, forse con la complicità di esponenti dell’AMA. Al momento è in corso un’indagine per truffa. L’opposizione ha accusato Muraro di non essere estranea a questa indagine, perché per 12 anni è stata consulente di AMA, e fino allo scorso 30 giugno il suo ruolo riguardava proprio il controllo degli impianti indagati. Muraro ha detto di non aver ricevuto fin qui nessuna comunicazione dalla procura.

Un’altra accusa rivolta a Muraro è quella di essere stata molto vicina a diversi personaggi in passato molto importanti nell’amministrazione di Roma e successivamente coinvolti in scandali e inchieste giudiziario. In diverse interviste rilasciate a Repubblica e SkyTG24, l’amministratore delegato dimissionario di AMA Daniele Fortini (nominato nel gennaio 2014 da Ignazio Marino) ha detto che Muraro conosceva e aveva rapporti con diversi manager dell’amministrazione comunale di Gianni Alemanno, sindaco di Roma dal 2008 al 2013, che successivamente sono stati coinvolti in inchieste come “Mafia Capitale“. Accuse simili le sono state rivolte anche da Matteo Orfini, deputato e presidente del PD oltre che commissario del partito a Roma, che ha sottolineato anche i legami che queste persone avrebbero avuto proprio con Cerroni.

Secondo Rizzo, la decisione di Raggi e Muraro di utilizzare di più gli impianti di trattamento rifiuti di Roma è un vantaggio per Cerroni:

Cerroni aspetta. Messo all’angolo da Marino, che ha chiuso Malagrotta, persa la partita di un arbitrato monstre da 900 milioni, investito dalle inchieste, aspetta il regalo per il suo novantesimo compleanno, il 18 novembre. Se non la riapertura della discarica, che almeno facciano lavorare a pieno ritmo i suoi impianti. Un omaggio che lo riporti alla condizione di Supremo, come lo chiamavano un tempo. Con l’augurio che stavolta sia un regalo a cinque stelle.