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  • Mercoledì 10 agosto 2016

Arrivano le notti delle stelle cadenti

Quella di San Lorenzo è la prossima, ma lo sciame meteorico delle Perseidi sarà visibile fino al 13 agosto

(DANI POZO/AFP/Getty Images)
(DANI POZO/AFP/Getty Images)

La notte di San Lorenzo, cioè quella tra 10 e 11 agosto, è per tradizione associata al fenomeno delle stelle cadenti: quelle che attraverseranno il cielo, però, non sono “stelle” ma frammenti meteorici fatti di polvere e roccia, che si sono distaccati dai nuclei delle comete e hanno formato degli “sciami meteorici”. Quando la Terra, girando attorno al Sole, passa in una regione del cielo in cui sono presenti questi detriti, li urta a una velocità di 59 chilometri al secondo: l’impatto fa sì che le meteore si incendino diventando delle “palle di fuoco”, che sfrecciano nel cielo e producono l’immagine delle stelle cadenti visibili a occhio nudo dalla Terra.

Tra luglio e agosto la Terra, durante il moto di rivoluzione, attraversa una nube di detriti localizzata in un radiante di cielo (il punto da cui “partono” le traiettorie delle meteore) che sembra essere localizzato nella zona della costellazione di Perseo. Per questo motivo lo sciame meteorico di San Lorenzo è chiamato “delle Perseidi”. Assieme ad esso, gli sciami più famosi sono quelli delle Leonidi (situato nella costellazione del Leone e visibile ogni anno attorno al 17 novembre) e delle Geminidi (costellazione dei Gemelli, visibile dal 3 al 19 dicembre), ma quello delle Perseidi è il più spettacolare perché è uno dei più “prolifici” con una media di un centinaio di meteoriti per ogni ora.

Quest’anno inoltre, secondo gli astronomi dell’International Meteor Organization, Giove sospingerà una quantità ancora maggiore di particelle verso la Terra. Il culmine del fenomeno, secondo gli esperti, ci sarà nella notte tra il 12 e il 13 agosto, ma secondo alcune previsioni potrebbe esserci anche un picco di attività inusuale nelle prime ore del 12 agosto: potrebbe quindi essere quello il momento migliore per osservare le stelle cadenti. La luna, poi, non disturberà l’osservazione perché in questo periodo è nel suo primo quarto e dunque tramonterà presto.

Per vedere al meglio le Perseidi è sufficiente guardare il cielo di notte (meglio se nell’emisfero boreale), possibilmente lontano dai grandi centri urbani dove l’inquinamento luminoso tende a renderle meno visibili. Il posto migliore per osservarle è solitamente in montagna, dove l’aria è meno inquinata ed è più probabile vedere il cielo limpido. La costellazione di Perseo sorge a nord-est dopo le 22, ma le stelle cadenti si possono vedere in tutto il cielo.

I detriti che compongono lo sciame meteorico delle Perseidi si sono staccati da una cometa periodica con un diametro di circa 10 chilometri, scoperta nel 1862 con due osservazioni indipendenti dagli astronomi Lewis Swift e Horace Parnell Tuttle, dai quali ha preso il nome: la cometa di Swift-Tuttle ritorna ogni 133 anni a lasciare nella costellazione di Perseo nuovi detriti, e il suo prossimo passaggio sarà nel 2126.

Il fenomeno delle stelle cadenti è stato osservato per millenni: tra le prime notazioni su quanto accadeva nel cielo in questo periodo dell’anno ci sono quelle di astronomi cinesi, risalenti al 36 dopo Cristo. Le scie luminose vengono anche chiamate “lacrime di San Lorenzo” perché un tempo il momento di massima attività si verificava il 10 di agosto, in corrispondenza del giorno in cui si commemora il santo cristiano, e secondo la tradizione le stelle cadenti ricordavano i tizzoni ardenti su cui San Lorenzo era stato martirizzato. Giovanni Pascoli nella poesia “X Agosto” parla di lacrime celesti:

«San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla… »

A scoprire invece il rapporto che c’è tra le comete e gli sciami meteorici fu nel 1866 l’astronomo Giovanni Schiaparelli, che osservò che l’orbita dello sciame delle Leonidi coincideva con quella della cometa Tempel-Tuttle, e formulò per primo l’ipotesi – che in seguito si rivelò esatta – che gli sciami meteorici potessero essere residui lasciati dal passaggio delle comete.