• Sport
  • Giovedì 14 luglio 2016

Forse per prevenire i crampi serve il piccante

È la teoria di un premio Nobel per la chimica, secondo cui i crampi non sono un problema di muscoli ma di nervi

Cristiano Ronaldo durante la finale di Champions League tra Real Madrid e Atletico Madrid, il 28 maggio 2016 (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Cristiano Ronaldo durante la finale di Champions League tra Real Madrid e Atletico Madrid, il 28 maggio 2016 (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Le cause dei crampi, quei dolori muscolari che possono essere percepiti sia quando si fa sport sia quando si è sdraiati a letto senza fare nulla, non sono del tutto chiare. Da anni atleti e sportivi bevono bevande che contengono sali minerali (come potassio, calcio, magnesio e sodio) e si riscaldano prima di fare esercizio fisico, perché si è sempre pensato che i crampi fossero dovuti alla disidratazione dei muscoli, alla carenza di sali minerali o a uno sforzo prolungato o improvviso. Ora c’è una nuova teoria sull’origine dei crampi e su un modo efficace per evitarli: assumere sostanze piccanti.

Secondo il biochimico e medico americano Rod MacKinnon, premio Nobel per la chimica nel 2003, un sorso di una bevanda piccante – per esempio a base di peperoncini, zenzero o wasabi – è molto più utile di un energy drink o di una banana (cioè del potassio) per risolvere il problema dei crampi. La teoria di MacKinnon, che ha cominciato a riflettere sulle cause dei crampi dopo averne sofferto mentre andava in kayak circa dieci anni fa, è che i crampi non sono dovuti a un problema dei muscoli ma dei nervi.

Alle Olimpiadi di Atene, nel 2004, l’atleta inglese Paula Radcliffe non riuscì a finire la maratona (per cui tuttora detiene il primato mondiale) a causa dei crampi. All’ultimo torneo di Wimbledon la tennista americana Madison Keys ha avuto i crampi durante l’incontro con la rumena Simona Halep e ha perso. Però i crampi vengono anche a chi sta riposando a letto, dal nulla, e ad atleti che stanno per iniziare una gara e che quindi sono allenati e non affaticati. I crampi capitano in situazioni molto diverse, capitano sia a chi è molto allenato sia a chi non lo è: per questo MacKinnon ha cominciato a pensare che fossero dovuti ai nervi. L’idea è che per una qualche ragione i motoneuroni – i neuroni che controllano il movimento dei muscoli – mandino un messaggio sbagliato ai muscoli, provocando i crampi e quindi il dolore. MacKinnon non ha idee sull’origine di questo segnale erroneo, ma la sua ricerca si è concentrata sul trovare una soluzione rapida al problema piuttosto che sulla sua causa più profonda, e dunque sul modo di regolare i segnali inviati dai motoneuroni.

Dopo aver studiato le ricerche esistenti sull’argomento, MacKinnon e il neurobiologo Bruce Bean hanno ipotizzato di poter evitare gli impulsi nervosi all’origine dei crampi grazie a una forte sensazione che stimoli i recettori della bocca e dell’esofago, come quella che si prova quando si mangia un cibo da un gusto molto forte. L’effetto che si ottiene è “distrarre” i motoneuroni. Secondo MacKinnon non ci sono controindicazioni rispetto a questo metodo, perché secondo lui i crampi non costituiscono un dolore di avvertimento, come quello che sentiamo per esempio quando tocchiamo una superficie bollente; i crampi non avrebbero una funzione evolutiva, ma sarebbero un incidente di percorso senza uno scopo utile alla vita.

Per provare la sua teoria MacKinnon ha fatto dei test su se stesso, provando a farsi venire dei crampi con degli impulsi elettrici dopo aver bevuto qualcosa di piccante (con più o meno zenzero e cannella), e confrontando le sue reazioni con quelle ottenute senza averle prima bevute. Il risultato è stato che i crampi erano meno facili da ottenere dopo l’assunzione delle sostanze piccanti. MacKinnon ha cominciato allora a fare degli studi scientifici sula sua teoria, e li ha presentati l’anno scorso. MacKinnon poi sta provando a sfruttare la sua teoria per vendere un nuovo tipo di bevande per sportivi: insieme all’imprenditore Christoph Westphal ha fondato l’azienda Flex Pharma, che produce la bevanda Hotshot, che contiene zenzero, cannella e un tipo di peperone, ed è disponibile in flaconi da circa 5 centilitri (è proprio uno shot). Hotshot si può comprare online o in alcuni negozi, a Boston, Los Angeles e Boulder, in Colorado.

Intervistato dal Wall Street Journal, Philip Skiba, direttore del reparto di medicina sportiva dell’Advocate Lutheran General Hospital, un ospedale vicino a Chicago, e collaboratore di squadre olimpiche sia americane sia britanniche, ha detto che servono ancora dei test su Hotshot e prodotti simili per capire se davvero funzionano, e ha spiegato che è difficile farli a causa dell’effetto placebo (è difficile fare dei test con sostanze non piccanti senza che le persone che partecipano ai test se ne rendano conto). Comunque già in passato molti atleti hanno assunto bevande lievemente piccanti o comunque con un sapore forte e pungente, per ragioni slegate dal gusto: senza saperlo, forse avevano trovato una soluzione ai crampi.