Stefania Sandrelli sul red carpet prima della proiezione del suo film <em>Christine Cristina</em> alla Festa del Cinema di Roma, 19 ottobre 2009 (ANSA / GUIDO MONTANI / PAL)

Stefania Sandrelli, come la Repubblica

Oggi compie settant'anni, sempre con quell'aria di una che si scusa per esserci ma che un po' ci fa

Stefania Sandrelli, sono settant’anni che sembra quasi che si scusi di esserci. Che ci sia o ci faccia, o entrambe le cose, una volta che abbiamo parlato per l’ennesima volta della sua bellezza e dei suoi ruoli in alcuni grandi film della storia del cinema italiano, la ragione per cui tutti quanti le sono affezionati è la discrezione con cui non ha insistito per farcelo notare, che era diventata quello che è diventata. Poi non si sa mai quanto i personaggi trabocchino nell’immagine pubblica delle persone, ma è quella cosa lì che torna sempre in mente di Stefania Sandrelli: quella specie di ritrosia di una che però la sa lunghissima, quella gentile ingenuità che dice anche “però non ti allargare”. Forse è stato anche per via del modo rocambolesco e “scandaloso” con cui ha cominciato la sua carriera pubblica, con una storia d’amore da sedicenne con Gino Paoli, che ne aveva dodici di più, e una figlia a diciott’anni. È stata capace persino di conservarle, quelle doti, in quella fase della sua carriera in cui divenne l’unica cosa memorabile di una deriva pornosoft del cinema italiano che un malinteso conformismo spacciò per coraggiosa o “d’autore”. Ma magari ha dato una mano a essere meno bigotti, anche in quel modo lì.

Però, prima e dopo, ha fatto cose che non sono solo nella storia del cinema ma anche nella storia di tutta l’Italia e nel suo racconto: Divorzio all’italiana, Sedotta e abbandonata, C’eravamo tanto amati, Novecento, La terrazza, La famiglia. E film piacevoli soprattutto grazie a lei, come Speriamo che sia femmina e Mignon è partita. Fino alla parte stupenda in quel film stupendo che è stato La prima cosa bella di Paolo Virzì, ancora nel 2010.
Stefania Sandrelli compie settant’anni oggi: è nata il 5 giugno 1946 a Viareggio – nei giorni in cui l’Italia veniva proclamata Repubblica – e dopo è diventata un’immagine della storia d’Italia, come il profilo sulle cinquanta lire.

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