La versione di De Magistris su QUEL comizio

Ha detto che in certe situazioni si possono usare parolacce per scaldare il pubblico, e che comunque di solito non lo fa

Luigi De Magistris, sindaco di Napoli candidato per la rielezione alle elezioni amministrative del 5 giugno, ha scritto una lettera a Repubblica (non disponibile online, al momento) per dare la sua versione sul suo acceso comizio dell’8 maggio a Napoli, che era stato molto criticato per i toni particolarmente esaltati e alcune affermazioni piuttosto dure contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi. (De Magistris aveva detto cose come «Renzi vai a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto! Napoli capitale, Granducato di Toscana dietro! Napoli ribelle! Potere al popolo!». E poi: «Non sono in vendita!»). A Repubblica De Magistris ha detto di non volersi scusare per le cose che ha detto e per i suoi toni, spiegando che normalmente non usa parolacce, che comunque quello non era un incontro istituzionale e che nei comizi bisogna scaldare la folla. Poi ha spiegato che le cose che ha detto possono sembrare esagerate solo a chi non conosce la situazione di Napoli, e che se Renzi se ne occupasse si accorgerebbe che:

Qui non c’è un bullo che vuole fare il figo, né che vuole mettere paura a nessuno