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  • Sabato 7 maggio 2016

Com’è finita col governo in Irlanda

Dopo settimane di stallo si è fatto l'accordo tra Fine Gael, il principale partito di centrodestra, e i rivali storici di Fianna Fáil

(PAUL FAITH/AFP/Getty Images)
(PAUL FAITH/AFP/Getty Images)

Venerdì 6 maggio la camera bassa del Parlamento irlandese ha approvato la formazione di un governo di minoranza guidato da Fine Gael, il principale partito di centrodestra del paese. Il voto ha risolto una situazione che era bloccata da più di due mesi, cioè da quando alle ultime elezioni politiche nessuno dei partiti principali era riuscito a ottenere una maggioranza per governare. Il fattore decisivo per la formazione di un nuovo governo è stato lo storico compromesso fra Fine Gael e il suo rivale sin dai tempi della guerra civile, il partito di centrodestra Fianna Fáil: nella votazione di venerdì, i parlamentari di Fianna Fáil si sono astenuti permettendo di abbassare di molto il numero di parlamentari necessario per formare un governo. E così faranno altre volte in futuro, soprattutto riguardo ai temi su cui si basa l’accordo, cioè un nuovo piano di investimenti pubblici e di costruzione di case popolari.

Fine Gael è stato il partito politico principale anche nella scorsa legislatura, quando espresse il primo ministro Enda Kenny e la maggior parte dei ministri. Il secondo partito della maggioranza era il Partito Laburista, di centrosinistra, con cinque ministri. Alle recenti elezioni del 26 febbraio, sia Fine Gael che il Partito Laburista hanno ottenuto parecchi seggi in meno rispetto alle elezioni precedenti e non sono riusciti a formare un nuovo governo in coalizione. Fine Gael – che comunque ha vinto le elezioni, ottenendo il 25,5 per cento dei voti pari a 50 seggi – si è dovuto accordare con diversi parlamentari indipendenti: ma soprattutto con Fianna Fáil, con cui in precedenza non aveva mai stretto alcun accordo elettorale. Alle ultime elezioni Fianna Fáil ha preso il 24,3 per cento dei voti ottenendo 43 seggi, cosa che dovrebbe assicurare un ampio margine di voti ad alcune ipotetiche riforme condivise (il parlamento irlandese ha in tutto 158 seggi).

Il programma del nuovo governo sottoscritto da Fine Gael e concordato con Fianna Fáil si intitola “Un accordo per un’Irlanda più equa” e fra le altre cose propone di rendere disponibili 25mila nuove case popolari entro il 2020, di spendere 6,75 miliardi di euro per nuovi investimenti pubblici entro il 2021 e di assumere 15mila nuovi agenti di polizia per risolvere i guai legati al crimine. Il primo ministro è di nuovo Enda Kenny del Fine Gael.

Durante la campagna elettorale e anche dopo l’inizio dello spoglio, i rappresentanti del Fianna Fáil avevano escluso la possibilità di un’alleanza con il Fine Gael, e viceversa, nonostante i loro programmi non fossero poi così diversi. In passato il Guardian ha riassunto le divisioni tra i due partiti spiegando che «le origini dei cattivi rapporti risalgono alla guerra civile irlandese, avviata quando l’allora IRA-Sinn Féin accettò una tregua con il Regno Unito che prevedeva la divisione in due dell’Irlanda. I predecessori di Fine Gael accettarono la tregua, mentre i fondatori del Fianna Fáil la rifiutarono». Fra il 1922 e il 1923 le due fazioni si combatterono nel corso di una violenta guerra civile, alla fine della quale prevalsero le forze in favore della divisione dell’Irlanda. Negli anni Fianna Fáil e Fine Gael si sono spostati più a destra o più a sinistra a secondo del contesto di quel momento o dell’opportunità politica, ma non si sono mai davvero riavvicinati. L’accordo elettorale fra i due partiti rimane comunque molto fragile, e non è chiaro se il governo di minoranza che si è appena insediato riuscirà ad arrivare fino al 2018.