Il Casaleggio percepito

Il Foglio si meraviglia della statura politica improvvisamente attribuitagli dai giornali: "era davvero un incrocio tra Cavour e Steve Jobs?"

ASA/DANIEL DAL ZENNARO
ASA/DANIEL DAL ZENNARO

Il primo editoriale del Foglio di giovedì dà voce al senso di spaesamento provato da molti lettori – a prescindere dal dispiacere e dal rispetto per la morte di una persona – nel vedere il capovolgimento improvviso di valutazioni sulla figura e sul ruolo di Gianroberto Casaleggio nei commenti sui giornali dopo la sua morte.

Qui non si vuole fare eccessivo esercizio di cinismo, né passare per forza per originali, né mancare di rispetto a nessuno. Tuttavia, caspita, cari colleghi della stampa e dei telegionali, cari conduttori e cari editorialisti: il cordoglio, ci mancherebbe, le lacrime, naturalmente, la tristezza, anche la nostra, è ovvia, ma un po’ di contegno, no? Martedì mattina è morto Gianroberto Casaleggio, sessantun anni, perito informatico, ex manager allontanato dalla Telecom, ex impiegato della Olivetti, fondatore della CasaleggioAssociati s.r.l., società di web marketing che guida e determina la linea politica del Movimento cinque stelle, un partito nato nel corso di una manifestazione denominata “vaffa day”. A leggere i giornali di ieri sembra invece che il paese sia rimasto orfano d’una figura, certamente originale, i cui mirabolanti tratti riassumono il meglio dell’intelligenza politica di Cavour e del genio tecnologico di Steve Jobs.

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