Qualcosa non ha funzionato la sera di domenica 27 marzo con il “Safety Check” di Facebook, uno strumento del social network di cui si è parlato molto negli ultimi mesi e progettato per rendere più facile comunicare ad amici e parenti che si sta bene nel caso ci si trovi in mezzo a una crisi (la città di un attentato o la regione di un terremoto, per esempio). “Safety Check” funziona così: Facebook capisce quali utenti si trovano in una certa area e li invita a rispondere a una domanda sulle loro condizioni, la risposta viene poi pubblicata sul profilo Facebook di quella persona ed è visibile a tutti gli amici. Dopo l’attentato di domenica nella città pakistana di Lahore, dove sono rimaste uccise almeno 70 persone, diversi utenti di Facebook in giro per il mondo – ma non in Pakistan – si sono ritrovati una notifica che chiedeva se stessero bene e se fossero stati coinvolti nelle esplosioni.
this really freaked me out until I realized that Facebook thought I was in Pakistan pic.twitter.com/3w6iHCsIaC
— Rachel Zarrell (@rachelzarrell) March 27, 2016
Not in Pakistan, thanks for looking out though @facebook
If you're there, stay safe! pic.twitter.com/RlrFGsf3Df— Travis Day (@casuallytravis) March 27, 2016
L’errore ha coinvolto anche diversi utenti italiani, oltre che persone negli Stati Uniti, in altri paesi europei e in stati mediorientali. Facebook in seguito si è scusata per l’errore e ha detto che sta lavorando per risolvere il problema. La funzione “Safety Check” era già stata utilizzata in passato per altri attentati, come quello di Parigi del 13 novembre e di Yola (Nigeria) il 17 novembre,