Uno degli indizi che legano gli attentati di Bruxelles a quelli di Parigi del novembre scorso, riconducibili quindi alla stessa cellula franco-belga dello Stato Islamico di cui faceva parte Salah Abdeslam, è l’utilizzo di un particolare tipo di esplosivo che è stato definito “il marchio di fabbrica” dello Stato Islamico, o ISIS, in Europa: il triperossido di triacetone, noto anche con la sigla TATP, una polverina bianca potente quasi come il tritolo ma più difficile da individuare dai controlli di sicurezza e più “facile” da realizzare, dato che i suoi ingredienti base si trovano in prodotti comuni come disinfettanti, acetone per le unghie e decolorante per capelli (anche se il procedimento per costruire la bomba vera e propria è delicato e pericoloso).
Il TATP è stato utilizzato in diversi attentati in Europa negli ultimi dieci anni ed è già noto alle autorità che si occupano di sicurezza: per il momento però non esiste un metodo standard per rilevarlo, anche se negli ultimi anni sono stati fatti diversi passi avanti. Il guaio è che sembra che la cellula franco-belga avesse raggiunto un altissimo livello di conoscenza su come utilizzarlo in sicurezza: nel corso di un raid nell’appartamento di Bruxelles di Ibrahim el Bakraoui, uno degli attentatori di Bruxelles che si è fatto esplodere, le autorità belghe hanno detto di aver ritrovato 15 chili di TATP, una quantità con cui si possono costruire decine di piccole bombe e cinture esplosive.
Dove e quando è stato usato
Sappiamo con certezza che sette degli otto attentatori di Parigi hanno utilizzato bombe composte principalmente da TATP. Residui di TATP sono stati inoltre ritrovati sui residui della cintura esplosiva utilizzata dall’attentatore che si è fatto esplodere nel McDonald’s fuori dallo Stade de France, a Parigi. Le autorità belghe non hanno ancora chiarito che tipo di esplosivo sia stato utilizzato a Bruxelles, ma un funzionario americano ha detto al New York Times che due bombe inesplose ritrovate in altrettante valigette all’aeroporto di Bruxelles contenevano del TATP, oltre a chiodi e bulloni. Jimmie C. Oxley, che insegna chimica all’università del Rhode Island ed è considerata una grande esperta di TATP, ha detto che dalle prime immagini scattate all’aeroporto di Bruxelles l’esplosione principale è stata probabilmente causata da una quantità di TATP fra i 13 e i 45 chili. Rukmini Callimachi, una brava giornalista del New York Times esperta di Medio Oriente e terrorismo, ha fatto notare che una valigia può contenere anche più di 45 chili di TATP.
Il New York Times ha scritto che lo Stato Islamico ha addestrato diversi miliziani a fabbricare e usare bombe al TATP almeno dalla fine del 2013. Il primo tentativo di utilizzare una bomba al TATP legato allo Stato Islamico è del febbraio 2014: le autorità francesi arrestarono Ibrahim Boudina, un francese che era stato in Siria ad addestrarsi con lo Stato Islamico, e trovarono in un appartamento legato alla sua famiglia tre lattine di Red Bull piene di TATP. Lo Stato Islamico inoltre ha rivendicato l’attacco all’aereo russo precipitato il 31 ottobre in Sinai spiegando di avere utilizzato una bomba al TATP nascosta dentro una lattina.
Ma il TATP era già utilizzato da anni da altre organizzazioni terroristiche. Negli anni Ottanta e durante la seconda Intifada fu utilizzato da diversi terroristi palestinesi per fabbricare bombe o usarlo da catalizzatore. Nel 2001 Richard Reid, un cittadino britannico addestrato da al Qaida, si imbarcò su un volo Parigi-Miami con una piccola quantità di TATP nascosta nella scarpa, con l’obiettivo di farsi esplodere (il dispositivo non funzionò, Reid venne immobilizzato da alcuni passeggeri e successivamente arrestato). Il 7 luglio 2005, nel corso degli attentati alla metropolitana di Londra, vennero utilizzati circa 4,5 chili di TATP, sempre da affiliati di al Qaida.
Cos’è il TATP
Come lo si trova
Contrariamente agli esplosivi a base di fertilizzante – e quindi fatti prevalentemente con l’azoto, una sostanza a cui sono sensibili i moderni dispositivi di sicurezza – il TATP non è ancora riconosciuto dai principali sistemi automatici di sicurezza. Per il momento può essere individuato da un cane addestrato a riconoscere sostanze sospette, anche se non sempre questa misura è diffusa in posti come aeroporti o stazioni ferroviarie. Di recente il professor Otto Greogory dell’Università del Rhode Island ha ideato un sensore “passivo” – cioè non attivato da circuiti elettronici – in grado di riconoscere la presenza di TATP senza l’utilizzo dei cani, ma per il momento la sua idea non ha ancora avuto uno sviluppo commerciale o civile.