Per le pillole del giorno dopo non serve la ricetta (ma non da oggi)
Un nuovo farmaco ha ottenuto pochi giorni fa l'approvazione dell'AIFA, ma l'acquisto senza prescrizione era già possibile da mesi
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha stabilito che un farmaco utilizzato come pillola del giorno dopo, Norlevo, può essere acquistato in farmacia dalle maggiorenni senza ricetta. Mantiene invece l’obbligo della ricetta non ripetibile per le donne che hanno meno di 18 anni. Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 marzo e è entrato in vigore il giorno dopo. Nonostante la notizia abbia avuto in questi giorni molto spazio sui giornali, l’AIFA aveva già approvato nei mesi scorsi la vendita senza ricetta per le donne maggiorenni di altri due medicinali per la cosiddetta contraccezione d’emergenza, Stromalidan e Escapelle.
Nel maggio del 2015 l’AIFA aveva approvato la vendita senza ricetta alle donne maggiorenni anche della pillola dei cinque giorni dopo, un contraccettivo di emergenza a base di ulipristal acetato conosciuto con il nome EllaOne e prodotto da una piccola casa farmaceutica francese, la HRA Pharma. La delibera dell’AIFA, che aveva eliminato anche l’obbligo di presentare un test di gravidanza, aveva recepito la decisione da parte della Commissione europea di consentire l’accesso a EllaOne direttamente in farmacia in tutti gli stati membri dell’Unione, sulla base del riconoscimento della sicurezza del contraccettivo anche senza prescrizione e della sua maggiore efficacia se usato entro le prime 24 ore dal rapporto sessuale.
EllaOne ha effetto per 120 ore dopo il rapporto sessuale, circa due giorni in più rispetto alla cosiddetta pillola del giorno dopo (malgrado il nome, ha effetto fino a tre giorni). La pillola del giorno dopo è a base di levonorgestrel e non va confusa con la RU486 che ha come principio attivo il mifepristone ed è una pillola abortiva; farmaci come Norlevo, Stromalidan, Escapelle che hanno come principio attivo il levonorgestrel sono considerati dei contraccettivi di emergenza e non medicinali per l’interruzione volontaria della gravidanza, dai quali si differenziano per principi attivi, tempi di assunzione e meccanismi di azione. Agiscono cioè bloccando l’effetto del progesterone, un ormone femminile che stimola la produzione delle proteine che determinano l’ovulazione.
Lo scorso novembre erano stati pubblicati i risultati di un’indagine nazionale condotta dalla società SWG di Trieste su un campione di donne di età compresa tra i 18 e i 40 anni e un campione di farmacisti sulla questione dei contraccettivi di emergenza e l’obbligo della ricetta. Le risposte sono piuttosto interessanti. Il 18 per cento dei farmacisti intervistati aveva risposto che non avrebbe mai venduto una pillola per la contraccezione d’emergenza senza ricetta, indipendentemente dal regime di prescrizione previsto dalle norme. L’86 per cento dichiarava comunque di essere a conoscenza della direttiva dell’AIFA, ma il 46 per cento diceva di non condividerla sostenendo che le donne usano la pillola del giorno dopo con troppa facilità. Tra i motivi: quelli di ordine religioso (il 61 per cento dei farmacisti cattolici è contrario all’uso degli anticoncezionali d’emergenza) e di salute (il 53 per cento dei farmacisti sostiene che gli anticoncezionali di emergenza possano essere pericolosi). Un terzo dei farmacisti intervistati ammetteva infine che la sua categoria faceva resistenza a vendere EllaOne in mancanza della ricetta. Tra le donne, più del 30 per cento era ancora convinto che esistesse l’obbligo di prescrizione, quasi la metà non ne sapeva niente e appena il 16 per cento era invece ben informato.