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  • Giovedì 18 febbraio 2016

L’inchiesta sulla sanità in Lombardia, spiegata

Vediamo di capire gli arresti e le accuse di cui si è parlato martedì: il caso riguarda persone vicine a Roberto Maroni e imprese che si occupano di odontoiatria

Palazzo Pirelli, sede della Regione Lombardia, Milano, 16 febbraio 2016 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
Palazzo Pirelli, sede della Regione Lombardia, Milano, 16 febbraio 2016 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Martedì 16 febbraio in Lombardia sono state arrestate 21 persone nel corso di un’inchiesta giudiziaria chiamata “Smile” che riguarda la sanità e la gestione di diversi appalti. Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza.

L’inchiesta
L’inchiesta è stata chiamata “Smile” dalla procura perché riguarda una serie di appalti per ambulatori odontoiatrici. Le indagini sono iniziate nel 2013 e, secondo la procura, hanno portato a scoprire tangenti e meccanismi per condizionare gli appalti pubblici. Il caso è iniziato quando nel 2012 due revisori dei conti dell’azienda ospedaliera di Vimercate hanno rilevato delle irregolarità in un contratto stipulato dall’ospedale nel 2009 e hanno presentato una denuncia in procura. A partire da quel singolo contratto l’inchiesta si è poi estesa a tutta la Lombardia.

Gli indagati e le accuse
In tutto le persone indagate sono 21. Nove persone si trovano in carcere, sette sono agli arresti domiciliari e per cinque è stato deciso l’obbligo di firma. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Varese, Bergamo, Brescia e Palermo. L’ordinanza di custodia cautelare è lunga 223 pagine ed è firmata dalla giudice Emanuela Corbetta.

I magistrati hanno ipotizzato contro gli arrestati reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. I nomi più citati nell’inchiesta sono tre: Fabio Rizzi, Mario Longo e Maria Paola Canegrati.

Fabio Rizzi ha 50 anni, è medico anestesista, è consigliere regionale della Lega Nord ed è considerato molto vicino al presidente della regione Roberto Maroni (Maroni, dopo l’arresto di Rizzi, ha parlato di «tradimento»). Rizzi è stato anche sindaco di Besozzo, in provincia di Varese, uno dei primi comuni in cui vinse la Lega Nord negli anni Novanta. Nel 2008 era stato eletto senatore con la Lega Nord, mentre nel 2013 era stato eletto al consiglio regionale della Lombardia. Da presidente della commissione permanente sulla sanità, nell’agosto del 2015 ha firmato un’importante riforma in Lombardia: al centro della riforma ci sono le Agenzie sociosanitarie territoriali (Asst), che fanno da collegamento tra gli ospedali e il territorio. Mario Longo, sempre tra gli arrestati, è un collaboratore di Rizzi in Lombardia ed è un odontoiatra. Maria Paola Canegrati è un’imprenditrice di 54 anni che gestisce il gruppo Odontoquality, con sede ad Arcore.

Canegrati, con le imprese del suo gruppo, si è aggiudicata una serie di appalti nel settore della sanità, in particolare per la gestione esterna di servizi odontoiatrici. Gli appalti, secondo gli investigatori, sono stati truccati con la collaborazione di diversi funzionari pubblici. E questo sistema, sempre secondo l’inchiesta, sarebbe stato possibile grazie all’intervento di Rizzi e Longo. Il valore degli appalti gestiti da Canegrati tra il 2004 e il 2015 attraverso varie società è pari a 400 milioni di euro. Gli appalti principali oggetto dell’inchiesta sono quattro: due all’ospedale di Vimercate (2010 e 2015), uno al Bolognini di Seriate (2010) e uno agli Istituti clinici di Perfezionamento (2013).

Il progetto, secondo la tesi dell’accusa, utilizzava anche degli intermediari. Longo e Rizzi sono descritti come azionisti “occulti” di società che si aggiudicavano gli appalti tramite la partecipazione delle loro compagne, che risultavano come intestatarie delle quote. Silvia Bonfiglio e Lorena Lidia Pagani, conviventi di Longo e Rizzi, sono infatti socie della Spectre che controlla il 50 per cento della Sytcenter, di cui Maria Paola Canegrati possiede il restante 50 per cento. «Che le due conviventi fungano da paravento degli indagati è emerso in più di una conversazione», c’è scritto nell’ordinanza. In un’intercettazione Rizzi parla anche di alcuni affari in Brasile e in Cina, di una società a Panama e di una statunitense, la More Than Lux, costituita da Rizzi e Longo.

I carabinieri, che hanno eseguito le ordinanza di custodia cautelare, hanno perquisito gli uffici nella sede della regione Lombardia e la casa di Rizzi, dove hanno trovato 1.600 euro nel congelatore, 5 mila franchi svizzeri in una busta, e 15 mila euro in una cassaforte. Questo denaro, secondo gli inquirenti, rappresenta una parte delle tangenti ricevute da Rizzi.

Dalle numerose intercettazioni agli atti dell’inchiesta risulta che ci fossero «precise istruzioni di carattere generale per tutti i centri odontoiatrici dell’indagata». Il materiale odontoiatrico fornito dalle imprese di Canegrati era di qualità inferiore rispetto ai livelli previsti dai contratti, in modo da permettere ampi margini di guadagno sulla differenza tra costi e ricavi. Stefano Garatti, dirigente e supervisore dell’azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, indagato nell’inchiesta “Smile”, in un’intercettazione telefonica dice: «Quelle corone sono fatte con il culo». Un’altra indicazione era gonfiare le liste d’attesa, in modo da favorire le prestazioni a pagamento rispetto a quelle a carico del servizio sanitario nazionale. Infine, secondo la procura, c’era l’indicazione di aumentare il costo della prestazione pubblica (alzandone il livello come se fosse una prestazione privata): «La quota del ticket arriverebbe a costare verosimilmente quanto ci costa in solvenza, e quindi gli possiamo dire… allora col ticket costa per dire quaranta euro, senza ticket costa quarantacinque però ce l’ha subito… capito?», si dice in un’altra intercettazione.

Cosa dice il centrosinistra
Il segretario del PD lombardo, Alessandro Alfieri, ha detto: «In Lombardia si è passati dal sistema Formigoni al sistema Lega di Maroni-Salvini. Da quando si è insediato Maroni, sei indagini hanno riguardato il sistema regionale». Lo scorso ottobre era stato arrestato Mario Mantovani, vicepresidente della regione Lombardia ed ex senatore di Forza Italia, con l’accusa di corruzione aggravata, concussione e turbativa d’asta. I fatti riguardavano il periodo tra il giugno 2012 e il giugno 2014, quando Mantovani era senatore, sindaco di Arconate e assessore alla Salute della Lombardia.

Il centrosinistra ha anche annunciato che presenterà una mozione di sfiducia nei confronti di Maroni che, secondo il regolamento, potrà essere discussa solo il 1 marzo. Il centrosinistra ha anche chiesto che il documento venga firmato dal M5S. Maroni ha risposto su Twitter: