Contro i fusi orari

Abbiamo fatto così tanta confusione, negli anni, che due studiosi propongono di abolirli e basta: e vivere tutti sulla stessa ora

di Adam Taylor - Washington Post

Un bambino salta oltre la riga che segna il passaggio del meridiano di Greenwich a Londra (ADRIAN DENNIS/AFP/Getty Images)
Un bambino salta oltre la riga che segna il passaggio del meridiano di Greenwich a Londra (ADRIAN DENNIS/AFP/Getty Images)

L’estate scorsa la Corea del Nord ha fatto una cosa strana. In occasione del settantesimo anniversario della liberazione dall’occupazione giapponese, ha annunciato che avrebbe spostato per sempre il suo orologio indietro di mezz’ora. La Corea del Nord stava creando di fatto il suo fuso orario: il fuso di Pyongyang. La cosa non aveva molto senso, ed è stata comprensibilmente interpretata da molti come un altro esempio della politica illogica caratteristica della Corea del Nord. Però il nuovo fuso di Pyongyang ha messo in evidenza anche un’altra cosa: i fusi orari hanno poco senso in generale, anche in tutto il resto del mondo. Oggi la Russia ha undici fusi orari, mentre la Cina ne ha solo uno. Si dice che gli spagnoli siano sempre stanchi perché si trovano nel fuso orario sbagliato. Il Nepal, incomprensibilmente, è l’unico paese al mondo ad avere un fuso fissato 45 minuti dopo l’inizio dell’ora.

In questo contesto caotico, viene da chiedersi se i fusi orari non abbiano dei difetti intrinseci e insuperabili ed è quello di cui sono convinti Steve Hanke e Dick Henry. Qualche anno fa Hanke (un importante economista della Johns Hopkins University e membro del think tank CATO Institute) e Henry (professore di fisica e astronomia alla Johns Hopkins) hanno deciso di lavorare insieme alla proposta di un nuovo calendario che avrebbe dovuto porre rimedio alle inefficienze del sistema attuale. Il progetto è stato chiamato “Calendario Permanente di Hanke-Henry“. Il mese scorso, dopo aver letto un articolo sul fuso di Pyongyang, Hanke si è messo in contatto con il Washington Post per parlare dettagliatamente di un altro progetto ideato da lui e Henry per risolvere il caos dei fusi orari.

Il progetto è molto semplice: invece di provare a regolare i diversi fusi orari nel mondo, dovremmo optare per una soluzione decisamente più facile: eliminarli tutti e attenerci a un unico grande “Fuso Orario Universale”. Potrebbe sembrare una misura estrema, ma non lo è poi così tanto. La cartina qui sotto mostra come viene diviso il mondo oggi, e come sarebbe se invece avessimo un unico sistema di fuso universale. La logica è immediata: se a Roma sono le 7 del mattino, sono le 7 anche nel resto del mondo. Niente fusi orari: in qualunque zona del pianeta l’orario è lo stesso.

timezones_905b1d74-d1a6-11e5-abc9-ea152f0b9561

Se da una parte questo metodo finirebbe col semplificare le nostre vite, dall’altra richiederebbe un grande cambiamento nel modo in cui pensiamo al tempo. Dal momento che gli orologi continuerebbero a basarsi sul Tempo Coordinato Universale (che ha sostituito il Tempo medio di Greenwich, che si misura a partire dall’omonimo quartiere di Londra), la maggior parte delle persone dovrebbe cambiare il modo di considerare le proprie giornate. A Washington, per esempio, ci si dovrebbe abituare ad alzarsi a mezzogiorno e a cenare all’una di notte (anche se forse per alcune persone non cambierebbe granché). Concretamente nella nostra vita non cambierebbe niente: solo dovremmo abituarci ad associare abitudini diverse agli orari “nominali” della giornata.

Secondo Hanke e Henry il sistema faciliterebbe molto la comunicazione, i viaggi e il commercio internazionali. In Hanke e Henry ci hanno spiegato via email perché i fusi orari dovrebbero essere eliminati, perché il fuso universale sarebbe un sistema migliore e perché sarebbe il momento giusto per attuare la loro proposta di riforma dei calendari. Lo scambio è stato leggermente modificato per maggiore chiarezza, e Hanke e Henry hanno risposto congiuntamente alle domande.

WorldViews: In un’email precedente, si faceva riferimento al fatto che l’anno scorso circa cinque paesi hanno cambiato fuso orario. Sono molti in un anno?

Hanke e Henry: Niente di sorprendente. È una questione politica che non esisterebbe più se le nostre idee venissero adottate.

WV: Perché i paesi cambiano il loro fuso orario?

HH: Di solito le motivazioni sono politiche, e a volte economiche. Siamo dalla parte giusta della storia: considerate gli Stati Uniti, dove prima dell’arrivo della ferrovia e della creazione dei fusi orari, di norma ogni città aveva un orario locale. Sandford Flemming, un ingegnere ferroviario scozzese-canadese, fu il primo a proporre un sistema di fusi orari mondiali nel 1889: “l’avvento di vapore ed elettricità” aveva annullato le distanze e reso necessaria la riforma. Oggi internet ha eliminato del tutto il tempo e lo spazio e ci spinge ad adottare un unico orario mondiale.

WV: Quali problemi hanno provocato i fusi nel mondo?

HH: L’ex presidente russo Dimitri Medvedev in un certo senso aveva uniformato il fuso orario russo nel 2010, ma le riforme sono state annullate dalla Duma (la camera bassa dell’assemblea federale della Federazione Russa) a luglio del 2014. La Corea del Nord ha introdotto una differenza di mezz’ora con l’orario cinese e quello giapponese. C’è molta confusione! L’Indonesia, dove uno di noi (Hanke) è stato il principale consigliere economico dell’ex presidente Suharto durante la crisi finanziaria asiatica del 1998, è un grande paese da tener d’occhio: hanno proposto di abolire due dei tre fusi orari del paese per motivi economici. In questo modo l’Indonesia avrebbe lo stesso fuso di Singapore.

WV: Ci sono fusi orari che considerate particolarmente assurdi?

HH: Ci chiedi se un caso è peggiore degli altri, ma sono tutti pessimi.

WV: Perché sostenete così tanto il sistema del Fuso Orario Universale?

HH: Per la fisica il tempo è UNO soltanto! E questo principio della fisica è perfettamente in linea con i principi economici. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo affrontato questo tema in parte di un corso sui problemi in economia applicata alla Johns Hopkins.

WV: Perché però rappresenterebbe una soluzione migliore rispetto alla regolazione dei fusi orari, in modo che si adattino meglio con l’ora solare locale?

HH: L’ora solare andava bene quando quasi tutte le attività erano svolte localmente. Oggi invece sono nella maggior parte globali, ed è necessario un UNICO orario. Ci si abituerebbe velocemente a leggere i nuovi orari.

WV: Quale sarebbe il vantaggio principale del Fuso Orario Universale?

HH: Tutte le compagnie aeree oggi usano il Tempo Universale (tempo di Greenwich) per non fare scontrare gli aerei. Tutti i piloti e i navigatori sanno che ore sono. Noi passeggeri non abbiamo lo stesso sistema che hanno i piloti, e perdiamo i voli per problemi legati a orario, fusi e ora legale. E non succede solo con i voli, ma anche con le conference call.

WV: Ci sarebbero degli svantaggi secondo voi?

HH: In realtà, no. Il difficile sarebbe soltanto impostare gli orari di lavoro nel mondo. Quello che la Cina, che ha un unico fuso orario, non è riuscita a fare: servono orari di “apertura e chiusura” degli uffici pubblici e delle imprese a livello locale e regionale. Nessuno vuole fare lavorare le persone di notte.

WV: Ma il sistema cinese – con un fuso orario locale e uno nazionale – non è in qualche modo inefficiente?

HH: Non è inefficiente, combina il meglio dei due sistemi: un tempo universale e un orario di lavoro locale legato alla presenza del sole. Non ci vuole un genio!

WV: Esistono proposte di un fuso orario mondiale da almeno un secolo. Perché è stata invece l’idea di un orario locale basato su decisioni politiche locali ad avere le meglio?

HH: Sono sempre le decisioni politiche locali ad avere la meglio. Dobbiamo coinvolgere i politici! Con il nostro progetto, in realtà, gli orari di lavoro sarebbero determinati localmente dalla città o dalla regione. Il controllo degli orari di lavoro è mantenuto a livello locale! Detto questo, è probabile gli orari di lavoro basati sui vincoli degli attuali fusi orari diventerebbero una sorta di fusi orari a sé stanti.

WV: Avete scritto molto anche di una riforma dei calendari. Dal vostro punto di vista è parte dello stesso problema o è una questione a parte?

HH: Noi proponiamo l’adozione del calendario Hanke-Henry a partire da lunedì primo gennaio 2018, in contemporanea all’adozione globale del Fuso Orario Universale. È la stessa questione, e dovrebbe essere applicata in tutto il mondo da lunedì primo gennaio 2018: uno standard comune, che si può sovrapporre ai calendari locali e religiosi senza problemi.

WV: Credete che l’adozione di un Fuso Orario Universale e di un nuovo calendario siano possibili senza un organismo sovranazionale di qualche tipo che se ne occupi?

HH: Per ora ci affidiamo ai social media per smuovere le acque. Il primo gennaio 2018 è solo tra due anni! Diffondete l’idea! Deve diventare virale!

© 2016 – Washington Post