• Sport
  • Domenica 31 gennaio 2016

Perché le squadre di calcio cinesi stanno spendendo così tanto

C'entra l'interesse del governo cinese – il presidente Xi Jinping è un appassionato – ma anche l'arrivo di grandi sponsor come Alibaba

Alberto Zaccheroni, allenatore del Beijing Guoan, con i nuovi acquisti (APImages)
Alberto Zaccheroni, allenatore del Beijing Guoan, con i nuovi acquisti (APImages)

Nelle ultime due sessioni di mercato – quella dell’estate 2015 e questa invernale che si chiuderà domenica – le squadre della Chinese Super League e della China League One, rispettivamente la prima e la seconda divisione del campionato di calcio cinese, hanno speso complessivamente più di 250 milioni di euro solo per acquistare nuovi giocatori, molti dei quali dall’Europa e dal Sud America. L’anno scorso il totale dei soldi spesi dalle squadre cinesi nelle due sessioni di mercato non superava i 170 milioni di euro e l’anno prima ancora non era andato oltre i 100. Solo in quest’ultima sessione di mercato le squadre cinesi hanno acquistato diversi forti calciatori da squadre europee e sudamericane: molti di questi giocatori, inoltre, non sono considerati ancora a fine carriera (come era accaduto per esempio per i trasferimenti di Didier Drogba e Nicolas Anelka qualche anno fa), e sono stati pagati per l’intero valore del loro cartellino. Le squadre cinesi hanno acquistato anche giocatori del campionato italiano: la Roma ha venduto all’Hebei China Fortune l’attaccante ivoriano Gervinho per circa 18 milioni di euro e l’Inter ha venduto allo Shanghai Shenhua il centrocampista Freddy Guarin per 13 milioni. Nell’ultimo mese si sono trasferiti in Cina anche Ramires del Chelsea (per 28 milioni), Renato Augusto del Corinthians e Stephane Mbia dal Trabzonspor. L’ultimo è stato Jackson Martinez, ex attaccante di Porto e Atletico Madrid, che si è trasferito al Guangzhou Evergrande per circa 40 milioni di euro.

Il campionato cinese inizierà a marzo e quello che per noi è considerato il “mercato di riparazione” per il campionato cinese è la sessione di mercato più importante della stagione. Non è però solo questo il motivo che ha spinto molti club cinesi a spendere molto di più delle squadre europee.

Il campionato cinese di calcio è diventato una lega professionistica solo nel 1994. La Super League esiste dal 2004 e fin dalle prime edizioni del torneo sono stati investiti molti soldi nelle squadre e nelle strutture sportive. La corruzione è stata da subito un grosso problema e ancora oggi è molto diffusa. Nell’ultimo decennio gli episodi di corruzione nel calcio cinese hanno coinvolto giocatori, presidenti dei club, arbitri e funzionari della federazione: nel 2012 il più celebre arbitro di calcio del paese, Lu Jun, fu condannato da un tribunale a cinque anni e mezzo di carcere per aver truccato alcune partite. Solamente negli ultimi sei anni ci sono state decine di arresti tra allenatori, giocatori e arbitri. Da tre anni a questa parte la situazione sembra in parte migliorata, soprattutto grazie all’ingresso nel calcio delle aziende più ricche del paese e all’interesse del governo.

C’è una squadra in particolare a cui si può attribuire la maggior parte del merito per aver portato l’attenzione dei cinesi, degli sponsor e del governo sul calcio: il Guangzhou Evergrande Taobao, il primo club cinese dal 1990 ad aver vinto un’edizione dell’AFC Champions League, il torneo di calcio più importante del continente asiatico. La storia del Guangzhou Evergrande è molto significativa dello sviluppo del calcio in Cina. Il club fu fondato a metà del Novecento e partecipò al primo campionato professionistico della Cina, nel 1994: gli anni successivi in realtà non andarono molto bene e il Guangzhou Evergrande giocò sia in prima che in seconda divisione. Nel 2007 il club ottenne la promozione nella Super League ma dopo solo due stagioni venne coinvolto in uno dei frequenti casi di corruzione e fu retrocesso.

Dopo la retrocessione, l’Evergrande Group, una delle più importanti compagnie immobiliari della Cina, acquistò le quote del club e iniziò ad investirci ogni anno decine di milioni di euro. Il Guangzhou fu la prima squadra cinese ad intraprendere una diversa strategia di mercato: invece di prendere giocatori famosi ma arrivati ormai a fine carriera – mossa che fanno in molti per attrarre tifosi e guadagnare un po’ di visibilità – iniziò a comprare ottimi giocatori poco conosciuti al pubblico cinese ma funzionali al gioco della squadra. Nel 2011 acquistò Dario Conca dalla Fluminense, che l’anno prima era stato eletto miglior giocatore del campionato brasiliano. Conca fu comprato per circa 8 milioni di euro e gli venne offerto un contratto da 10,6 milioni a stagione. Nel 2012 il Guangzhou ingaggiò Marcello Lippi e prese l’attaccante paraguaiano Lucas Barrios dal Borussia Dortmund e l’attaccante brasiliano Elkeson per un cifra complessiva di circa 15 milioni. L’anno dopo il club vinse l’AFC Champions League e da allora è considerato come una delle squadre più forti del continente. Nel 2014 circolò la notizia che il club rischiava il fallimento per via della bolla del settore immobiliare che aveva colpito in particolar modo la Cina e l’Evergrande: il pericolo fallimento fu definitivamente allontanato quando Jack Ma, fondatore e proprietario di Alibaba Group, secondo uomo più ricco della Cina e il 29esimo del mondo, comprò il cinquanta per cento delle quote del club.

L’aumento significativo dei soldi spesi dalle squadre cinesi negli ultimi tre anni è dovuto principalmente a due cause: l’interesse delle aziende più ricche del paese nato dalla vittoria del Guangzhou nella Champions League asiatica e l’interesse ancora più forte del governo per il ruolo del calcio nella società cinese. Prima del 2013 il calcio cinese era sostenuto praticamente solo dai proprietari delle squadre. Mancava una solida organizzazione e accordi di sponsorizzazione redditizi e duraturi, sia per le squadre che per le leghe. Nel 2014, l’anno successivo alla vittoria dell’AFC Champions League da parte del Guangzhou, la Super League ha incassato circa 50 milioni di euro grazie a nuovi accordi di sponsorizzazione (gli accordi nelle stagioni precedenti non andavano oltre i cinque milioni di euro). Allo stesso tempo altre aziende cinesi hanno stretto accordi pluriennali con le squadre di calcio per le forniture e per gli sponsor secondari. I profitti delle due leghe principali hanno cominciato a essere regolarmente ridistribuiti ai club: nel 2014 le squadre di prima divisione hanno ricevuto tre volte la cifra incassata due anni prima.

Oltre agli sponsor sono aumentati anche gli spettatori. Nell’ultima stagione della Super League il numero di spettatori è cresciuto del 16 per cento rispetto all’anno precedente. Le partite di campionato sono state viste in media da 22 mila spettatori e il Guangzhou Evergrande ha registrato più di 45 mila spettatori a partita.

Nei primi mesi del 2015, il presidente cinese Xi Jinping – molto appassionato di calcio – ha annunciato un piano decennale per potenziare le strutture calcistiche, per aumentare la popolarità del calcio tra i ragazzi e per far crescere circa diecimila calciatori in più ogni anno. Il calcio sarà incluso nei percorsi scolastici ed entro il 2017 il governo provvederà alla costruzione delle strutture d’allenamento per tutte le scuole che ne avranno bisogno, circa ventimila. Uno dei freni allo sviluppo del calcio in Cina è stato per anni l’atteggiamento delle famiglie cinesi verso questo sport, considerato una perdita di tempo per i ragazzi impegnati a studiare o a lavorare. Nei piani del governo l’integrazione del calcio fra le discipline scolastiche favorirà notevolmente la sua accessibilità ai ragazzi in tutto il paese. Il governo ha annunciato inoltre che presenterà la propria candidatura per l’organizzazione di un’edizione della Coppa del Mondo e che costruirà circa 50 mila campi sportivi in tutto il paese. I club sono stati incentivati ad investire e nei prossimi mesi diverse compagnie statali inizieranno a finanziare direttamente le società.

Un episodio accaduto pochi giorni fa mostra come molto probabilmente lo stato cinese stia cercando di uniformare la forza delle squadre di calcio in vista della prossima edizione dell’AFC Champions League. Il Guangzhou Evergrande ha venduto il ventiseienne Elkeson, il secondo miglior marcatore nella storia del club e uno dei giocatori più importanti della squadra, allo Shanghai SIPG per meno di venti milioni di euro. In un comunicato ufficiale il Guangzhou ha scritto: “Con lo scopo di aiutare i club cinesi a competere nell’AFC Champions League e per la gloria nazionale, abbiamo accettato il trasferimento di Elkeson allo Shanghai SIPG”.