John Kasich «è l’unica scelta plausibile per i Repubblicani», scrive il New York Times

È l'attuale governatore dell'Ohio, non ha posizioni particolarmente "centriste" ma si è dimostrato capace di fare compromessi: per ora è molto indietro nei sondaggi

(AP Photo/Charlie Neibergall)
(AP Photo/Charlie Neibergall)

Lo staff di editorialisti del New York Times ha pubblicato i suoi endorsement per le primarie presidenziali del Partito Democratico e del Partito Repubblicano. Fra i tre candidati dei Democratici ha scelto Hillary Clinton, mentre fra gli innumerevoli candidati dei Repubblicani ha scelto un po’ a sorpresa John Kasich, 63enne attuale governatore dell’Ohio e uno dei candidati più moderati di queste primarie. Sintetizzando i motivi del suo endorsement per Kasich, il New York Times ha scritto:

Il governatore dell’Ohio John Kasich, sebbene un chiaro sfavorito, è l’unica scelta plausibile per i Repubblicani stanchi degli estremismi e dell’inesperienza esibiti in queste primarie.

Kasich è un politico molto molto esperto: ha fatto parte della Camera dal 1983 al 2001, poi dal 2001 al 2007 ha condotto The Heartland – una specie di talk show politico su Fox News – mentre nel 2011 è diventato governatore dell’Ohio, carica che mantiene ancora oggi. Come riconosce lo stesso New York Times, non ha posizioni particolarmente “centriste” – ad esempio si oppone a un maggiore controllo sulle armi e a delle misure per combattere il cambiamento climatico – ma al contempo «nei suoi vent’anni al Congresso ha visto molte battaglie politiche di parte e accordi bipartisan, e si è dimostrato capace di fare compromessi e crede nella possibilità che il governo migliori la vita della gente».

Al momento però Kasich ha pochissime possibilità di ottenere la candidatura del Partito Repubblicano: oggi in Iowa, lo stato dove l’1 febbraio inizieranno ufficialmente le primarie, è dato dai sondaggi al settimo posto, e per non fare una brutta figura e tenere botta dovrà provare ad arrivare almeno quarto (anche su base nazionale è settimo, ma le cose possono ancora cambiare radicalmente).

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