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  • Mercoledì 20 gennaio 2016

L’attacco all’università in Pakistan

Un gruppo di uomini armati è entrato nel campus di Charsadda nel nord-ovest del paese, i media locali parlano di oltre 20 morti

(A MAJEED/AFP/Getty Images)
(A MAJEED/AFP/Getty Images)

Circa 20 persone sono state uccise da un gruppo di persone armate che questa mattina ha assaltato l’università Bacha Khan di Charsadda, nel nord-ovest del Pakistan. Le stime sul numero di morti e feriti variano molto a seconda delle fonti, con alcuni media che parlano di oltre 30 morti. L’attacco è iniziato intorno alle 9:30 locali, le 5:30 in Italia, ed è durato più di tre ore: la polizia ha comunicato di avere ucciso quattro sospetti assalitori e di avere messo in sicurezza il campus, con controlli nelle aule e nei dormitori.

Gli assalitori si sono introdotti nell’università sfruttando la scarsa visibilità dovuta alla nebbia invernale, eludendo le guardie di sorveglianza passando attraverso un vicino campo agricolo. Secondo le testimonianze, dopo essere entrati nel campus hanno iniziato a sparare contro i dipendenti dell’università e contro gli studenti, uccidendo e ferendo decine di persone. Nella struttura c’erano più di mille persone e ne erano attese almeno altre duemila, che avrebbero dovuto partecipare a un evento sulla poesia organizzato dall’ateneo.

Non è ancora chiaro chi abbia organizzato l’attacco. Inizialmente la responsabilità era stata attribuita alla Tehreek-e-Taliban (TTP), organizzazione sotto la quale si riconoscono diversi gruppi islamisti legati ai talebani pakistani. Un suo comandante aveva detto che l’assalto era stato organizzato in risposta a una serie di attacchi contro gruppi armati talebani nelle aree tribali del Pakistan. La notizia è stata però smentita da uno dei principali portavoce dei talebani, che ha negato qualsiasi coinvolgimento e ha condannato l’attacco.

Il primo ministro del Pakistan, Nawaz Sharif, ha detto che il suo governo è “impegnato in modo forte e determinato a estirpare la minaccia del terrorismo dal paese”.

Tra le persone uccise dagli assalitori c’è Syed Hamid Husain, assistente di chimica presso l’Università. Secondo le testimonianze, durante l’attacco ha ordinato ai suoi studenti di rimanere nell’aula, era armato e ha iniziato a sparare contro alcuni degli uomini armati. Uno studente spaventato da quanto stava accadendo è saltato dalla finestra e, hanno spiegato alcuni suoi colleghi, “non lo abbiamo visto riprendersi”. Husain ha continuato a sparare contro gli assalitori, ma è stato colpito e ucciso. Nella confusione dopo la sua uccisione, gli studenti sono riusciti a scappare e a mettersi in salvo.

Charsadda si trova a circa 50 chilometri da Peshawar, dove nel 2014 i talebani massacrarono più di 130 studenti in una scuola. Gli attentatori entrarono nell’edificio e iniziarono a sparare contro gli studenti; in seguito alcuni si fecero esplodere mentre altri furono uccisi dalle forze armate pakistane. Da allora in Pakistan sono cambiate molte cose: il governo ha adottato regole più severe contro il terrorismo, dato più poteri ai magistrati e all’esercito e ha ripristinato la pena di morte per i terroristi. Nel paese non c’erano più stati attentati di grande portata fino a oggi: secondo diversi osservatori le regole più severe rischiano di limitare ulteriormente le libertà della popolazione.