Tre film di John Avildsen

Forse il nome non vi dice niente, ma ha girato due film che hanno visto anche quelli che ne hanno visti tre in tutto: e oggi compie 80 anni

John Avildsen alla cerimonia degli Oscar del 1976. (AP Photo)
John Avildsen alla cerimonia degli Oscar del 1976. (AP Photo)

John Avildsen è nato il 21 dicembre 1935 e oggi compie 80 anni. È uno di quei registi molto meno famosi dei suoi film: alcuni di quelli che ha girato li hanno visti tutti ma proprio tutti, anche quelli che di film ne hanno visti in tutto tre. Se due di quei tre fossero Rocky Karate Kid, per esempio, sarebbero due film di John Avildsen.

Avildsen nacque nell’Illinois e iniziò a lavorare come pubblicitario, per poi trasferirsi a Hollywood all’inizio degli anni Sessanta e iniziare a fare da aiuto regista a gente come Otto Preminger (con cui lavorò a E venne la notte, del 1967). Nel 1970 era già arrivato molto in alto: il suo film Joe fu uno dei film più apprezzati dell’anno; la sceneggiatura di Norman Wexler ricevette una nomination agli Oscar. Nel 1973 un suo altro film, Salvate la tigre, ebbe un buon successo e fece vincere a Jack Lemmon il suo secondo Oscar. Tutti e due i film furono girati con pochi soldi: raccontano storie di violenza ed emarginazione sociale, con protagonisti borderline e reduci di guerra.

Insomma, nel tempo Avildsen è diventato famoso come regista di “underdog movies”, cioè quei film che raccontano la storia di riscatto – a volte sportivo, ma non solo – di gente che all’inizio del film è sfortunata e apparentemente incapace. È un sottogenere che poi ha avuto molto successo: se oggi lo associamo molto proprio al pugilato (da Cinderella ManMillion Dollar Baby) è merito proprio di Avildsen, che nel 1976 con Rocky prese Sylvester Stallone, allora quasi sconosciuto, e lo trasformò in uno di quei pochissimi attori che sono riusciti a riempire la propria carriera di film in cui interpretano lo stesso identico personaggio (spesso letteralmente, se pensate a quanti Rocky e Rambo sono usciti).

Dopo Rocky – di cui comunque Stallone aveva scritto la sceneggiatura candidata all’Oscar – Avildsen fece un film (La Formula) che sarebbe stato dimenticabile se non avesse avuto dentro uno tra gli attori più famosi di sempre, Marlon Brando. Nel 1981 diresse I vicini di casa, una commedia discreta ma con John Belushi, e quindi per forza di cose uno di quei film che ci si ricorda: fu anche l’ultimo film di John Belushi, che morì l’anno dopo, e il quarto film in cui assieme a lui recitò Dan Aykroyd. Nel 1984 Avildsen tornò a fare quello che gli riusciva bene: prese qualche attore non molto famoso (Pat Morita aveva fatto giusto qualche episodio di Happy Days) e girò Karate Kid, raccontando la storia di un altro “underdog”, un ragazzo del New Jersey che si trasferisce in California e impara a difendersi dai bulli con il karate grazie agli insegnamenti di uno dei mentori più famosi della storia del cinema.

Rocky (1976)

I vicini di casa (1981)

Karate Kid (1984)