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  • Giovedì 17 dicembre 2015

Elena Ferrante ridimensionata per gli americani

Un’autrice italiana spiega ai lettori di Quartz come mai i quattro romanzi sono più stimati negli Stati Uniti che in Italia

Foto dalla pagina Facebook di Drawn and Quarterly
Foto dalla pagina Facebook di Drawn and Quarterly

La saga L’amica geniale di Elena Ferrante – pseudonimo di un’autrice o autore sconosciuto, pubblicato dalla casa editrice romana E/O – ha avuto un successo straordinario di vendite in Italia ma anche nel Regno Unito e negli Stati Uniti: è un evento notevole visto lo scarso numero di autori stranieri tradotti in inglese. I libri hanno ottenuto anche un notevole apprezzamento da parte dei critici letterari di quasi tutti i maggiori giornali e siti di news britannici e statunitensi: il supplemento letterario del Times ha dedicato a Ferrante la copertina definendola “magical”, l’Atlantic ha pubblicato una lunga recensione molto positiva, il Guardian ha definito Storia della bambina perduta «un romanzo da premio Nobel» e il New York Times lo ha inserito nella lista dei libri del 2015. Una reazione così entusiasta dei critici è stata inaspettata perché i romanzi di Ferrante sono considerati “narrativa di genere”, ovvero bestseller per il grande pubblico molto facili da leggere e accessibili, senza grandi ricercatezze stilistiche.

I critici italiani invece sono stati molto più freddi: hanno riconosciuto la capacità narrativa di Ferrante ma non ne hanno celebrato i libri quanto i giornali americani e inglesi, con maggiori diffidenze nei confronti della scrittura. Annalisa Merelli – giornalista italiana che vive a New York – ha scritto su Quartz che questa disparità di giudizio è dovuta alla diversa qualità di scrittura tra il testo in italiano e quello in inglese, e che la traduzione attenua molti limiti del linguaggio originale.

Secondo Merelli – che espone la sua delusione personale nella lettura di passaggi artificiosi e incongrui, a suo dire – la versione in italiano dei libri di Ferrante ha appunto problemi di scrittura: «pochezza lessicale», «costruzioni casuali», «un tono incoerente», e «la scrittura invece che guidarmi nella vita delle protagoniste Elena e Lila, si mette di traverso, sempre visibile e forzata». Nella traduzione inglese il testo è più scorrevole e le parole usate meno artificiose e pesanti, anche se a volte il senso viene leggermente distorto. La traduzione è opera della giornalista del New Yorker Ann Goldstein, che ha tradotto moltissimi e importanti libri dall’italiano all’inglese: tra questi, lo Zibaldone di Giacomo Leopardi, l’opera omnia di Primo Levi e Petrolio di Pier Paolo Pasolini, oltre a romanzi più recenti di Alessandro Baricco e Alessandro Piperno. Merelli confronta alcune frasi di L’Amica Geniale (My Brilliant Friend) – il primo libro della serie – affiancando il testo in italiano e la traduzione in inglese per mostrare le differenze. Per esempio la frase:

«Mi ero sentita di nuovo brava, come se qualcosa mi avesse urtato la testa facendo insorgere immagini e parole».

Viene tradotta in inglese così:

«I felt clever again, as if something had hit me in the head, bringing to the surface images and words».

Nella versione inglese, spiega Merelli, “brava” – un aggettivo usato normalmente in modi vari e generali, più somigliante a “good” – viene tradotta con “clever” che invece in questo contesto significa più “sveglio”, “intelligente” e rende meglio l’idea della frase e del qualcosa che scuote. Ugualmente la traduzione di “insorgere” – che di norma indica più un movimento o una sollevazione contro qualcosa, che l'”affiorare” a cui sembra riferirsi la frase – viene tradotto con “bringing to the surface” che appunto indica in maniera più immediata l’idea dei ricordi che “riaffiorano in superficie”.

Merelli riporta altre espressioni in cui la traduzione inglese è più scorrevole e semplice: ad esempio “si vide con chiarezza” viene tradotto con il più semplice “it was clear”: “fu chiaro”. O la “correzione” della strana parola “mocciolosi” usata da Ferrante al posto del più comune e familiare “mocciosi”. E quando Elena Greco, una delle due protagoniste, parla della “sua amica brillante” sembra che Ferrante ammetta autobiograficamente la propria limitata capacità di scrittura: “Lila sapeva parlare attraverso la scrittura; a differenza di me quando scrivevo […] lei si esprimeva con frasi sì curate, sì senza un errore pur non avendo continuato a studiare, ma – in più – non lasciava traccia di innaturalezza, non si sentiva l’artificio della scrittura”.

La saga L’amica geniale racconta in quattro libri la storia dell’amicizia tra due donne – Lila e Elena – dall’infanzia all’età adulta ed è ambientato prevalentemente nei quartieri popolari di Napoli a partire dagli anni del dopoguerra. I libri sono stati pubblicati dalla casa editrice Edizioni E/O dal 2012. In precedenza Ferrante aveva pubblicato nel 1992 L’Amore molesto, I giorni dell’abbandono, La frantumaglia, e La figlia oscurasempre con E/O. La tetralogia napoletana è stata tradotta e pubblicata negli Stati Uniti da Europa Editions, casa editrice fondata a New York nel 2005 da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, gli stessi fondatori di E/O. Il successo di vendita nel 2015 è stato straordinario sia in Italia – è il quarto libro più venduto su Amazon nel 2015 – che nel mercato anglofono: secondo la società di monitoraggio inglese BookScan, i libri di Ferrante hanno venduto per un valore complessivo di un milione e 600 mila sterline, circa due milioni e 200 mila euro, alzando del 1254 per cento le vendite di Europa Editions rispetto al 2014.