Guida di sopravvivenza al raffreddore
Cose da sapere su una delle malattie più diffuse al mondo, a cominciare da una frase da ripetere all'infinito: non viene a causa del freddo, non viene a causa del freddo, non viene...
Almeno un paio di volte all’anno – molte di più, per gli sfortunati – facciamo quasi tutti i conti con gli effetti poco piacevoli del raffreddore: tosse, naso chiuso e mal di gola. Il comune raffreddore è una delle infezioni virali più diffuse al mondo, riesce sempre a farsi strada cogliendo di sorpresa il nostro sistema immunitario e c’è poco da fare per curarlo, se non aspettare che faccia il suo decorso. Secondo un vecchio detto “il raffreddore curato dal medico passa in sette giorni, senza curarlo in una settimana”, e in effetti non è una malattia pericolosa se non si hanno altre patologie, ma è comunque molto fastidiosa e si merita una guida di sopravvivenza.
Che cos’è il raffreddore
È un’infiammazione delle vie respiratorie superiori causata da un rhinovirus, un particolare genere di virus che si diffonde attraverso l’aria e che si moltiplica nelle mucose nasali, perché per riprodursi ha spesso bisogno di temperature inferiori a quella interna dell’organismo umano (tra i 36 e i 37 °C). Molti altri tipi di virus possono comunque dare i sintomi tipici del raffreddore, compresi quelli che causano l’influenza: per questo motivo talvolta le due malattie vengono confuse. In generale i sintomi del raffreddore sono meno gravi rispetto a quelli di un’influenza, che comporta febbre, dolori muscolari e altre complicazioni che possono essere pericolose nelle persone a rischio.
Come si prende il raffreddore?
Attraverso un contagio virale, che di solito avviene stando a stretto contatto con una persona raffreddata. Il virus “viaggia” all’interno delle minuscole gocce d’acqua che si trovano nell’aria (aerosol) prodotte con la normale respirazione di chi è malato e si diffonde nell’ambiente circostante, dove può essere inalato da una persona sana. Inoltre tendiamo tutti a toccarci spesso la faccia, a tossire e starnutire portando le mani alla bocca, raccogliendo inconsapevolmente grandi quantità di virus che poi spalmiamo su maniglie, sedie, tavoli, utensili e altri oggetti che saranno usati da altre persone, che a loro volta si toccheranno il viso completando il contagio. Molti virus del raffreddore resistono fino a 18 ore fuori da un organismo, quindi un ambiente resta infetto per lungo tempo. In media, una persona raffreddata è più contagiosa nei primi tre giorni in cui sviluppa i sintomi, poi lo diventa meno.
Come si evita il raffreddore?
L’ideale sarebbe vivere in una grotta lontana da tutto e da tutti, oppure in una bolla (bubble boy!), per evitare qualsiasi possibilità di contagio. L’isolamento forse funzionerebbe, ma naturalmente non è praticabile e quindi per non prendere il raffreddore bisogna fare soprattutto affidamento sul buonsenso delle persone malate. Chi è raffreddato dovrebbe lavorare da casa, evitare i luoghi affollati come i mezzi pubblici, tossire e starnutire portando alla bocca la parte interna dell’articolazione del gomito e non le mani. Chi non è raffreddato dovrebbe lavarsi spesso le mani, evitare di toccarsi di continuo la faccia e aerare spesso i locali in cui si trova.
E i bambini?
Dal punto di vista delle malattie contagiose i bambini possono essere considerati delle bombe biologiche. Da piccoli il sistema immunitario non ha ancora “memoria” di molte infezioni, quindi non sempre reagisce con prontezza alle infezioni, soprattutto di tipo virale: per questo motivo un bambino arriva a prendersi anche cinque raffreddori ogni anno. Soprattutto i bambini più piccoli sbavano, si succhiano le dita di continuo, se le mettono nel naso, portano alla bocca qualsiasi oggetto abbiano nei paraggi, cose ottime per aiutare il loro sistema immunitario a maturare, ma meno piacevoli per chi sta in loro compagnia e finisce per prendersi un raffreddore.
Il freddo fa venire il raffreddore?
La credenza che il raffreddore sia causato dal freddo è molto diffusa ed è dovuta, almeno in parte, al fatto che la malattia è diffusa soprattutto in autunno e in inverno, i periodi più freddi dell’anno. In realtà, a oggi, nessuna ricerca scientifica ha dimostrato in modo incontrovertibile che aria fredda, pioggia e neve causino più facilmente il raffreddore. I ricercatori dibattono da tempo su alcuni presunti effetti del freddo sull’organismo umano: dalla riduzione delle difese immunitarie a cambiamenti nel sistema respiratorio. Di sicuro nelle stagioni fredde si tende a stare più tempo al chiuso, quindi con più probabilità di restare a lungo a stretto contatto con persone raffreddate. Il consiglio è cambiare spesso l’aria se si sta a lungo in ambienti chiusi con altri, consapevoli che l’aria fredda che entra da fuori farà meno danni di quella viziata.
Se prendo il raffreddore che faccio?
Il consiglio è aspettare che passi, rassegnandosi all’idea di avere qualche fastidio, soprattutto nei primi giorni dell’infezione. Dopo l’attacco, il nostro sistema immunitario impara a riconoscere il virus che ha causato il raffreddore e si attiva per impedirgli di continuare a riprodursi. Molti dei sintomi sono proprio dovuti alla risposta dell’organismo; semplificando moltissimo, l’infiammazione locale al naso e alla gola porta a un aumento di temperatura, cui il virus non riesce a resistere.
Bere quantità adeguate di liquidi e restare a riposo può aiutare a guarire in tempi accettabili, ma non c’è molto altro che si possa fare. Se proprio i sintomi sono fastidiosi si possono usare farmaci da banco come compresse per la gola o spray nasali per ridurre il fastidio. Gli antinfiammatori faranno passare temporaneamente i sintomi, ma si tratta di farmaci più invasivi da usare con moderazione e sotto controllo medico (abbiamo tutti diritto a un medico di famiglia, è lì apposta, se avete dubbi sentitelo).
E gli antibiotici?
Gli antibiotici servono contro le infezioni batteriche, mentre non fanno nulla contro quelle virali come il raffreddore: il loro utilizzo è quindi inutile, salvo non ci siano complicazioni di qualche tipo, che anche in questo caso valuta il medico.
I rimedi per prevenire il raffreddore servono a qualcosa?
Vitamine, erbe e integratori per “potenziare le difese immunitarie” non portano a particolari benefici per non raffreddarsi, almeno secondo le ricerche condotte finora sul tema. C’è qualche indicazione, ma ancora piuttosto vaga, circa il fatto che i probiotici aiutino ad ammalarsi di meno di raffreddore.
C’è una cura per il raffreddore?
No. Nessun farmaco “cura” dal raffreddore ed è probabile che siano necessarie ancora molte generazioni prima che ne sia scoperto uno efficace, sicuro ed economico. Sono stati eseguiti test con particolari antivirali, ma i virus sono molto complicati da tenere sotto controllo una volta che hanno iniziato a moltiplicarsi nell’organismo, per questo è meglio la prevenzione.
Perché alcuni sintomi si trascinano più a lungo?
Quando il nostro organismo ha imparato a tenere sotto controllo il virus, che quindi non può più fare danni, può succedere che alcuni sintomi continuino a manifestarsi e per diversi giorni, di solito la tosse. Il fenomeno è dovuto al fatto che le vie respiratorie possono impiegare alcuni giorni per riprendersi dagli effetti dell’infiammazione, se i sintomi persistono a lungo è bene consultare un medico.
Posso almeno vaccinarmi contro il raffreddore?
Spiacenti, no. I virus che causano il comune raffreddore sono una miriade e sono abilissimi a mutare in continuazione (per questo ci ammaliamo ogni volta), inoltre in alcuni casi le persone manifestano sintomi del raffreddore senza che abbiano contratto uno specifico virus. A oggi non esiste un vaccino universale per non raffreddarsi, in compenso ogni anno ci si può vaccinare contro l’influenza stagionale: è una pratica consigliata soprattutto per bambini, anziani e persone a rischio.