Matteo Renzi sul ponte sullo Stretto di Messina, «che si farà»

Ma solo dopo aver fatto molte altre cose, dice il presidente del Consiglio e segretario del PD

Matteo Renzi (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
Matteo Renzi (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del PD, ha parlato del ponte sullo Stretto di Messina in un’intervista a Bruno Vespa contenuta nel suo nuovo libro, Donne d’Italia. Il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina esiste più o meno dall’Unità d’Italia: i primi progetti risalgono alla seconda metà dell’Ottocento. Negli ultimi vent’anni la discussione è riaffiorata tutte le volte che l’Italia è stata governata dal centrodestra. Durante l’intervista Renzi ha parlato della possibilità di costruire il ponte e ha detto:

«Certo che si farà. Prima di discuterne sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Poi faremo anche il ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria, che è una città chiave per il sud. Dall’altra parte dobbiamo finire la Salerno Reggio Calabria. Quando avremo chiuso questi dossier sarà evidente che la storia, la tecnologia, l’ingegneria andranno nella direzione del ponte, che diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia»

Per il ponte sullo Stretto si era impegnato fin dal 1994 Silvio Berlusconi, durante la sua prima esperienza di governo. Il progetto era poi scomparso e riapparso negli anni successivi, a seconda che ci fosse un governo di centrodestra o di centrosinistra. Con un’eccezione: l’idea di riprendere a progettare il ponte è tornata d’attualità lo scorso 29 settembre, quando alla Camera erano state votate delle mozioni per impegnare il governo a concludere i lavori dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e a migliorare il sistema dei trasporti al sud. Tra queste mozioni era passata anche quella del Nuovo Centro Destra, alleato del PD al governo, per la realizzazione del ponte di carattere ferroviario. Il ministro dell’interno Alfano, leader di NCD, aveva commentato con entusiasmo l’approvazione, mentre il ministro delle infrastrutture Delrio aveva replicato che non si trattava «di una priorità».