Gli insulti a Muccino per un post su Pasolini

Ne ha ricevuti parecchi per aver criticato il cinema di Pasolini e ha risposto ai commenti: "Siete entrati solo per gettare merda sulle mie lenzuola"

Gabriele Muccino (Valerio Pennicino/Getty Images for Lancia)
Gabriele Muccino (Valerio Pennicino/Getty Images for Lancia)

Lo scorso 2 novembre era il quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Il regista italiano Gabriele Muccino ha pubblicato su Facebook un post con alcune considerazioni dei suoi film: premettendo di amare «Pasolini pensatore, giornalista e scrittore», Muccino ha scritto che «Pasolini regista fosse fuori posto, anzi, semplicemente un “non” regista, che usava la macchina da presa in modo amatoriale, senza stile, senza un punto di vista meramente cinematografico sulle cose che raccontava, in anni in cui il cinema italiano era cosa altissima, faceva da scuola di poetica e racconto “cinematico” e cinematografico in tutto il mondo». Il post è stato commentato è stato ripreso con indignazione da diversi giornali e siti. Nei commenti Muccino è stato insultato anche in modo abbastanza violento, ha quindi scritto un secondo post su Facebook:

«Tutti in fila….uno due, uno due…. e chi non la pensa come voi, olio di ricino. Ma per favore, popolo di Facebook che insulta prima ancora di leggere e cercare di comprendere quello che io ho veramente scritto e non ha mai voluto l’ambizione di trovare consenso o condivisione ma solo di essere raccontato. E’ ancora un nostro diritto dire cosa pensiamo?

A quanto pare no. Meglio dare del mediocre, dell’arrogante, della nullità, insulti a destra a manca, una sassaiola da vandalismo intellettuale contro colui che ha osato dire che forse la terra non era al centro dell’Universo.
Non mi scalfisce ciò che leggo ma il giudizio che esce fuori con tanta rabbia e violenza. Il giudizio che inconsapevolmente date di voi stessi e della violenza che esternate e che non era affatto presente in quanto da me scritto.
Vorrei davvero vedere tante condivisioni e incazzature quando parlo di inquinamento, di cambio climatico, di trivellazioni, di corruzione, di avvelenamento delle terre e degli animali di cui ci nutriamo. Di delfini spacciati per tonni, di baleniere, di plancton che si ciba di plastica ed entra così nel nostro sistema alimentare.

Vorrei vedere tanto accanimento quando lancio le petizioni per impedire l’accesso delle navi da crociera nella laguna di Venezia, quando parlo di caccia, di bracconaggio, della estinzione delle Speci animali, delle energie rinnovabili, delle lobby del petrolio. Ma lì no, lì non si incazza nessuno. Non si informa nessuno. Il futuro della terra sono cazzi nostri per caso? E’ molto più urgente insultare uno che fa il regista al suo meglio e indiscutibilmente ha parlato comunque a milioni di persone (saranno stati tutti beoti, è chiaro).

Lo ribadisco per l’ultima volta perchè nel prossimo post riprenderò a parlare di cose che mi premono assai di più.

Il cinema è industria, un film costa, se non rientra dei denari, la pellicola, quando c’era la pellicola, finisce al macero e nell’oblio. Dalla metà degli anni ’70 il cinema italiano è morto a causa di improvvisati registi che non sapevano come comunicare col pubblico. I francesi sono emersi applicando le regole di mercato e diventando la più grande industria di cinema in Europa, quello che era stato nostro primato per trent’anni appunto e poi incenerito. Da quando? Da quando ci si iniziò ad improvvisare registi.

Ho detto qualcosa che non è verificabile? Ho detto che Pasolini regista ha aperto la porta ad altri registi improvvisati che a differenza sua non avevano nemmeno l’immensa statura di scrittore e poeta…
Ho detto che Pasolini era uno scrittore prestato al cinema e che il cinema non era nelle sue corde più alte. Lo penso, lo penserò e avrò ogni sacrosanto dovere di dirlo anche davanti ad una folla di forcaioli che ha intasato questa bacheca di insulti.

Ma li lascerò i vostri insulti, per quanto possa mai riuscire a resistere dal non cancellarli quando mi ci imbatta, essendo voi entrati con le scarpe infangate in casa mia senza avere neanche avuto la premura di togliervele o di lasciare una decente pulizia alle vostre spalle. Siete entrati solo per gettare merda sulle mie lenzuola.

Ora basta, chiudo questa parentesi penosa di fascismo applicato.
Domani olio di ricino a colazione e il mio peccato verrà purificato!