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  • Domenica 18 ottobre 2015

La vera storia della zia che ha fatto causa al nipote per un abbraccio troppo entusiasta

Lei si è rotta un polso e ha chiesto più di 100mila euro di danni: ma è una cosa normale nel sistema legale americano, spiega Quartz

(Brian A. Pounds/Hearst Connecticut Media via AP)
(Brian A. Pounds/Hearst Connecticut Media via AP)

Nell’ultima settimana si è parlato sulla stampa statunitense, e anche su quella italiana, del caso di Jennifer Connell, una donna che negli Stati Uniti ha fatto causa per più di centomila euro al nipote di otto anni che le ha rotto accidentalmente un polso mentre cercava di abbracciarla in maniera un po’ troppo entusiasta. Connell è stata ribattezzata “Aunti Christ” (un gioco di parole tra “zia” e “anticristo”) e migliaia di persone l’hanno attaccata usando su Twitter l’hashtag #auntfromhell (“zia dall’inferno”).

Quartz ha però pubblicato un articolo per spiegare che le cose non sono andate proprio così come le hanno raccontate alcuni giornali, tra cui anche quelli italiani. Tom Baker, professore di legge alla Pennsylvania University, ha spiegato a Quartz che la causa intentata da Connell ha perfettamente senso nel sistema legale americano e né il bambino né i suoi genitori hanno rischiato di dover pagare alcunché. Anche nel caso in cui Connell avesse vinto la causa – l’ha persa, ma ci arriviamo – tutte le spese sarebbero state sostenute dall’assicurazione dei genitori del bambino. Baker ha detto che negli Stati Uniti capita spesso che alcune cause per danni vengano intentate da persone la cui assicurazione non copre le spese mediche successive all’incidente. Coloro che hanno subìto un danno fanno così causa alla persona che gliel’ha procurato: come nel caso di Connell, non lo fanno per ottenere denaro direttamente da chi ha provocato il danno, ma dalla loro assicurazione.

Connell ha detto che la sua assicurazione sanitaria si è rifiutata di pagarle le spese per le cure che aveva dovuto sostenere per la ferita al polso. D’altro canto, come molti americani, i genitori del bambino avevano acquistato un’assicurazione per pagare eventuali danni subiti da persone mentre si trovano all’interno della loro casa. Per questo Connell ha fatto causa al bambino: per costringere l’assicurazione che protegge la casa a ripagarle il danno.

Un tribunale statunitense ha comunque deciso di respingere la richiesta di Connell. Le assicurazioni sono tenute a pagare se è dimostrato che il danno è stato causato da una negligenza da parte dei proprietari della casa. In questo caso il tribunale ha riconosciuto il bambino responsabile dell’atto che ha provocato il danno – l’abbraccio troppo entusiasta alla zia – ma ha anche detto che è stato un comportamento del tutto normale per la sua età, e quindi non c’è stata negligenza. Connell e suo nipote sono andati insieme al programma “Today” della rete televisiva NBC, dove entrambi hanno assicurato al pubblico di avere un ottimo rapporto e che la causa tra di loro non è stata altro che una formalità legale.