La nascita dell’Asse, 75 anni fa

Il 27 settembre del 1940 la Germania nazista, l'Italia fascista e il Giappone firmarono il Patto tripartito e fu una specie di "colpo di teatro", più che una necessità militare

(AP Photo)
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Il 27 settembre del 1940, un anno dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale ed esattamente 75 anni fa, fu firmata a Berlino un’alleanza difensiva tra la Germania nazista, l’Italia fascista e il Giappone. Il nome scelto per l’alleanza fu “Patto tripartito”, ma l’alleanza divenne famosa come “Asse Roma-Berlino-Tokyo” o, nella sua versione abbreviata, “Asse” (o “Axis” in inglese). L’Asse divenne poi il nome collettivo con cui nel corso della guerra e negli anni successivi divennero note le tre grandi potenze fasciste e gli alleati più piccoli che si unirono a loro.

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Il patto fu firmato a Berlino alla presenza di Adolf Hitler, del ministro degli Esteri italiano Galeazzo Ciano e di quello giapponese Saburō Kurusu. Fu uno spettacolo imponente con l’intera città di Berlino addobbata a festa, militari in alta uniforme e bandiere ad ogni angolo. I delegati viaggiarono in macchina tra la folla e le guardie d’onore sull’attenti. Cinegiornali e radio tedesche parlarono per giorni del grande evento. Dietro il grande spettacolo, però, c’era pochissima sostanza.

Germania e Italia erano già alleate: l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia il giugno precedente, quando oramai l’esercito francese era stato sconfitto dai tedeschi. Tutto il mondo sapeva che il dittatore Benito Mussolini aveva legato il suo destino a quello della Germania. L’alleanza con il Giappone era potenzialmente un colpo diplomatico di maggior calibro, ma Giappone e Germania avevano davvero pochissimi interessi in comune. C’era un solo nemico contro cui i due paesi avrebbero potuto unire i loro sforzi: l’Unione Sovietica.

Nei giorni della firma del Patto tripartito, Hitler aveva già deciso di invadere la Russia e aveva deciso di cominciare le operazioni nell’estate del 1941. In quegli stessi giorni, tuttavia, il Giappone aveva preso la decisione opposta. Per anni l’esercito giapponese e quello sovietico si erano scontrati in una serie di guerricciole non dichiarate nel territorio che oggi è la Cina settentrionale. Gli scontri terminarono bruscamente nell’estate del 1939 quando divenne chiaro che il Giappone non era preparato a combattere una moderna guerra di terra contro l’Unione Sovietica. Mentre i tedeschi organizzavano l’invasione dell’Unione Sovietica, i giapponesi si preparavano a firmare un patto di non aggressione con il dittatore Joseph Stalin.

Tolta l’Unione Sovietica, Giappone e Germania non avevano interessi in comune e nemmeno teatri operativi in cui collaborare militarmente. Nel settembre del 1940 la Germania stava bombardando il Regno Unito e si preparava a inviare rinforzi alle truppe italiane che combattevano gli inglesi al confine tra Libia ed Egitto. All’altro capo del mondo, il Giappone combatteva da anni una guerra in Cina e il suo governo litigava sulla necessità o meno di colpire a sorpresa gli Stati Uniti – alla fine avrebbero deciso per il sì, e il 7 settembre del 1941 avrebbero bombardato Pearl Harbour.

L’Asse non fu creato con in mente uno scopo militare e pratico, ma come colpo di teatro per impressionare proprio gli Stati Uniti. L’idea di Hitler era mostrare agli americani come i fascismi fossero un fronte unito, pronto a proteggersi e darsi manforte l’un l’altro. Gli americani non entrarono in guerra fino a che non furono attaccati, ma per ragioni di politica interna e non a causa della minaccia del patto tripartito. Anzi, in un certo senso il patto ebbe una specie di effetto paradossale e dannoso per l’Asse. Il Giappone attaccò gli Stati Uniti il 7 dicembre del 1941. Pochi giorni dopo – anche se il patto non li obbligava esplicitamente – furono Germania e Italia a dichiarare guerra agli Stati Uniti, attirando su di loro l’attenzione della più grande potenza industriale del mondo e segnando così la propria fine in maniera inequivocabile.