Perché Libération non ha pubblicato la foto del bambino siriano annegato in Turchia

È una spiegazione concreta e sincera: «Non l'abbiamo vista»

(BERTRAND GUAY/AFP/Getty Images)
(BERTRAND GUAY/AFP/Getty Images)

Johan Hufnagel, attuale direttore di Libération, storico giornale della sinistra francese e con una grande attenzione alla parte fotografica, ha scritto un articolo in cui spiega perché il suo quotidiano non ha pubblicato la foto del bambino siriano trovato morto su una spiaggia in Turchia, dopo il naufragio della barca su cui stava viaggiando. «Come ha potuto, Libération, non pubblicare quella foto?», si chiede Hufnagel. «Dal momento che quasi tutta la stampa inglese e parte della stampa europea ha messo la terribile foto in prima pagina, la sua assenza dai giornali francesi pone in effetti una questione. Non posso rispondere per i colleghi. Vi dobbiamo una spiegazione, senza eccessive autoflagellazioni». Ma la spiegazione è più sincera e concreta di quanto ci si potesse aspettare.

«La risposta è purtroppo semplice: non l’abbiamo vista. Per essere precisi, chi l’ha vista ha avuto un moto di rifiuto (la prima immagine diffusa dalle agenzie era un primo piano di Aylan) o non ha dato l’allarme. È facile a posteriori cogliere come questa foto sconvolgente possa essere in grado di cambiare la percezione che gli europei e i francesi hanno di questo terribile esodo. Un’immagine simbolo dei rifugiati che stanno semplicemente chiedendo di essere accolti nel nostro paese».

Il direttore spiega la particolare e costante attenzione che da tempo Libération ha verso la questione dei rifugiati e si chiede se sia proprio questo il motivo della mancata pubblicazione di quella particolare foto, oppure perché la settimana prima della sua diffusione la redazione e chi si occupa della parte fotografica del giornale aveva visto altre immagini di bambini morti annegati sulle spiagge della Grecia. La foto di Aylan Kurdi era arrivata dall’agenzia fotografica AFP intorno alle 18.30 – in realtà circolava su Twitter già dal primo pomeriggio – e non è sfuggita ai redattori, ma «è stata forse giudicata troppo in fretta troppo dura per essere utilizzata. Quel che è certo è che la sua pubblicazione avrebbe sollevato una discussione all’interno della redazione». Conclude Hufnagel:

«Non neghiamo la mancanza, che è nostra: non essere stati in grado di rilevare questa foto nel flusso delle notizie è un errore. Ma questo errore, collettivo, non deve mettere in discussione il nostro impegno nella questione dei profughi. Noi non abbiamo aspettato, a Libération, di pubblicare le foto dei bambini morti per raccontare i drammi di questa guerra e l’inazione del governo».