Uno dei maggiori problemi del calcio italiano – per opinione generale – è la condizione degli stadi usati dalle squadre di Serie A e Serie B, la cui maggioranza è ancora proprietà dei comuni ed è costituita da strutture vecchie e poco ospitali dove spesso mancano anche i comfort più elementari. In Inghilterra e Germania la quasi totalità dei club di prima e seconda divisione è diventata proprietaria di stadi moderni e funzionali a partire dagli anni Novanta. In Inghilterra, dopo la morte nel 1989 di 96 persone dovuta all’inadeguatezza dello stadio Hillsborough di Sheffield, i club vennero incentivati dal governo a ristrutturare o ricostruire i propri impianti, rendendoli più confortevoli e sicuri e integrandoli con varie attività commerciali.
L’assegnazione dei Mondiali del 2006 invece fu fondamentale per la Germania in quanto, per ospitare la manifestazione, la federazione tedesca dovette contribuire alla ristrutturazione e alla costruzione di undici stadi. Contemporaneamente però, per paura di perdere terreno e allontanarsi dalle squadre rivali, anche i club delle città non scelte per ospitare le partite dei Mondiali intrapresero una massiccia opera di ristrutturazione dei propri impianti.
In Italia non è mai successo niente di tutto ciò e non si è mai pensato seriamente a come affrontare la situazione. Spesso i club non hanno trovato un’intesa con le amministrazione comunali per la vendita o l’affitto degli impianti e dei terreni edificabili, altre volte invece non c’è mai stata la volontà di costruire. Di conseguenza, la quasi totalità degli stadi italiani è ancora di proprietà comunale, fatta eccezione per tre casi particolari: lo stadio della Juventus, il più moderno d’Italia inaugurato nel 2011; il Mapei Stadium di Reggio Emilia, di proprietà della Mapei, l’azienda milanese il cui presidente, Giorgio Squinzi, è anche proprietario del Sassuolo; lo stadio Friuli di Udine, che è stato comprato e parzialmente ricostruito dall’Udinese e da dicembre entrerà in servizio a pieno regime. Tra le altre grandi squadre italiane, soltanto la Roma ha un progetto ben avviato per la costruzione di un nuovo stadio di proprietà: ma comunque non sarà pronto prima della stagione 2018-2019.
Nonostante i timidi passi in avanti, la media spettatori della Serie A – secondo i dati del sito Soccerway – continua ad essere la più bassa fra i quattro principali campionati d’Europa ed è stata superata anche dalla Ligue 1 francese, che nei prossimi mesi terminerà la costruzione di quattro nuovi stadi e ne ha già ristrutturati altri quattro in vista dei campionati europei di calcio in programma la prossima estate.
Nello scorso campionato di Serie A nessuna squadra eccetto la Juventus – con l’84 per cento – è riuscita a vendere più del 68 per cento dei biglietti a disposizione. Il Chievo Verona e il Parma sono le due società che ne hanno venduti meno: 25 e 41 per cento. Il Cesena, retrocesso in Serie B, è quella che in media ne ha venduti di più, il 68 per cento.
Negli ultimi anni anche le squadre più seguite hanno registrato un calo notevole delle presenze. Inter, Milan e Napoli non riescono a vendere più del 45 per cento dei biglietti e la loro media spettatori è compresa fra i 33.969 e i 37.000. L’unico dato positivo fra le grandi squadre è appunto quello della Juventus, che riesce a riempire all’84 per cento il proprio stadio ma anche lei con non più di 38.000 spettatori di media, come una squadra di metà classifica inglese o tedesca.
Negli altri campionati, dice Soccerway, la situazione è completamente diversa. Delle venti squadre di Premier League inglese, diciassette vendono più del 90 per cento dei biglietti stagionali. Il Queens Park Ranger, con 17.809 presenze, è la squadra con la media tifosi più bassa: più o meno gli stessi numeri del Palermo, che però in Italia è in undicesima posizione. In Germania – la nazione con la media spettatori più alta del continente – il Borussia Dortmund nell’ultimo anno ha venduto il 100 per cento dei biglietti disponibili al pubblico. I 43.000 spettatori per partita dell’Hannover superano quelli di tutte e venti le squadre di Serie A.
La Liga spagnola è il campionato a noi più vicino ma comunque ad una distanza incolmabile nei prossimi anni. Solo Real Madrid e Barcellona hanno venduto gli stessi biglietti di Roma, Juventus, Inter e Milan messe insieme.
In questa stagione le cose per la Serie A cambieranno poco. La Juventus potrà contare sulla spinta dei successi dell’anno passato; da dicembre l’Udinese giocherà in un Friuli rinnovato e con 25.000 posti a sedere; Inter e Milan potranno forse trarre beneficio, almeno nelle prime giornate, dai numerosi acquisti nel mercato estivo. Per il resto delle squadre non ci sono stati grossi cambiamenti ed è probabile che le medie restino ai livelli dello scorso anno.