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  • Sabato 8 agosto 2015

Il giorno più violento in Afghanistan

Venerdì sono state uccise più di quaranta persone a Kabul, in tre attentati diversi: non succedeva dal dicembre del 2011

Venerdì più di 40 persone sono morte in una serie di attacchi a Kabul, la capitale dell’Afghanistan, in quella che è diventata la giornata più violenta nel paese degli ultimi quattro anni. Il primo attacco è stato compiuto all’una della notte tra giovedì e venerdì, quando un camion bomba è esploso fuori da una base militare afghana nel quartiere di Shah Shaheed, vicino al centro di Kabul. Nell’esplosione sono stati uccisi 20 civili e più di cento sono rimasti feriti, soprattutto a causa dei vetri delle finestre mandati in frantumi dell’onda d’urto. Poche ore dopo un uomo con indosso un’uniforme della polizia si è fatto esplodere vicino all’accademia di polizia di Kabul uccidendo almeno 25 agenti. Un terzo attacco ha colpito Camp Integrity, una struttura che ospita forze speciali americane e della NATO. L’attacco è iniziato con due esplosioni seguite da alcuni colpi di arma da fuoco. Secondo il portavoce della missione NATO in Afghanistan, nello scontro sono morti otto contractor civili, due degli attentatori e un militare della coalizione la cui nazionalità non è stata specificata.

Soltanto l’attacco all’accademia di polizia è stato rivendicato dai talebani mentre l’attacco a Camp Integrity e quello alla base di Shah Shaheed sono attualmente senza rivendicazione. Secondo il Guardian ci sono diversi elementi insoliti soprattutto in quest’ultimo attacco. Il camion bomba è esploso all’una di notte, un momento in cui per le strade non c’era quasi nessuno. Se l’esplosione fosse avvenuta poche ore dopo avrebbe probabilmente causato un numero di morti molto maggiore. Dalla base, inoltre, entrano ed escono spesso militari americani che avrebbero potuto essere un ottimo bersaglio per gli attentatori. All’interno, infine, sono ospitate alcune celle dove sono detenuti importanti leader talebani. All’esplosione però non ha fatto seguito un tentativo di liberazione.

Secondo Nicholas Haysom, inviato delle Nazioni Unite in Afghanistan intervistato da BBC, questa ondata di attacchi è il risultato degli scontri interni tra i talebani per decidere la successione al Mullah Omar, la cui morte – avvenuta due anni fa – è stata annunciata settimana scorsa. Lunedì scorso i Talebani hanno annunciato che il Mullah Akhtar Mansour sarebbe stato il nuovo leader dell’organizzazione, ma secondo molti analisti dietro la sua nomina ci sono scontri e rivalità tra gli altri leader. Le tensioni interne ai talebani, scrive BBC, rischiano di compromettere il processo di pace in corso tra il governo afghano e il gruppo. Il presidente afghano Ashraf Ghani ha promesso di rispondere a questi attacchi «con la forza». L’attacco di oggi è stato il giorno più violento in Afghanistan dal 6 dicembre 2011 quando più di 70 persone furono uccise in una serie di attacchi contro le moschee sciite del paese.