• Moda
  • Martedì 21 luglio 2015

Chi è Marcelo Burlon e perché si parla di lui

Perché nella moda è una storia di successo economico, arrivata alle sfilate milanesi partendo dall'ingresso di una discoteca

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

Marcelo Burlon dopo la sua sfilata a Milano lo scorso giugno (Tullio M. Puglia/Getty Images)
Marcelo Burlon dopo la sua sfilata a Milano lo scorso giugno (Tullio M. Puglia/Getty Images)

Marcelo Burlon – County of Milan è un brand di moda fondato nel 2012 dall’argentino Marcelo Burlon, che in due anni e mezzo è riuscito a creare un’azienda che fattura oggi 20 milioni di euro l’anno e che distribuisce i suoi capi in 480 negozi di abbigliamento in tutto il mondo, arrivando alla moda per un percorso laterale e anomalo. Attualmente produce una linea donna, una linea uomo e una linea bambino. Dopo aver debuttato lo scorso gennaio all’interno di Pitti Uomo 87 a Firenze, la linea uomo è stata inserita ufficialmente nel calendario di Milano Moda Uomo, dove ha sfilato il 22 giugno.

Marcelo Burlon è nato in Argentina, in Patagonia, da padre italiano e madre libanese. In Argentina il padre aveva una lavanderia e la madre lavorava nel turismo. Nel 1990 arrivò con la famiglia nelle Marche e i genitori iniziarono a lavorare in fabbrica. Dopo la terza media anche Burlon lavorava come operaio in settimana, e nel weekend faceva l’animatore nelle discoteche. Alla fine degli anni Novanta si trasferì a Milano per frequentare i corsi del MAS (Music, Arts and Show), e iniziò a fare selezione alla porta dei Magazzini Generali, un noto locale milanese frequentato spesso all’epoca da giovani stilisti (tra cui Domenico Dolce, Stefano Gabbana, Raf Simons e Riccardo Tisci), modelle e fotografi. Passò poi a occuparsi delle pubbliche relazioni del locale, creando una lista di contatti trasversali ai diversi ambienti della società milanese. Fu così che cominciò a lavorare con la moda: per un anno da Dolce&Gabbana e in seguito da Alessandro Dell’Acqua, dove si occupava di gestire le star internazionali che vestivano il marchio. E poi come organizzatore di eventi e deejay, facendosi conoscere più estesamente.

Burlon venne chiamato a suonare in molti locali in tutto il mondo, a Mosca, Tel Aviv, New York, Toronto e Beirut. Faceva pubblicità delle serate tramite Instagram e Facebook, riuscendo a portare molta gente nei club e creandosi una schiera crescente di follower.

 

Così nel 2012 ha fondato con due soci, Davide De Giglio e Claudio Antonioli, la Marcelo Burlon County of Milan, brand che porta il suo nome assieme a quello della città “che gli ha dato tutto”, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. Ha iniziato poi a utilizzare la sua visibilità sul web e soprattutto nel mondo del clubbing per far conoscere le t-shirt che produceva, pubblicando foto e video di ciò che indossava: inizialmente realizzava solo t-shirt, felpe e poncho che si distinguevano per le stampe vivaci e un po’ aggressive attorno al collo di serpenti, ali di uccello, lupi e altri animali selvatici, uniti a motivi grafici contemporanei, ispirati però a simboli legati a tradizioni della Patagonia. Poi ha cominciato a produrre custodie per smartphone e orologi che riprendevano le stesse fantasie delle magliette e i prodotti del marchio cominciarono a essere sempre più richiesti, soprattutto dai clienti giovani, anche grazie a prezzi (all’epoca) inferiori rispetto a quelli tradizionali dello streetwear (termine con cui si definisce un abbigliamento meno raffinato e più legato alla vita quotidiana e all’espressione di sottoculture diverse). Il successo dei capi di Marcelo Burlon iniziò ad essere così forte che altri brand cominciarono a copiare le fantasie di serpenti e ali d’uccello (con numerose querele da parte di Burlon).

Agli inizi del 2015 Burlon ha deciso di produrre un’intera collezione sia per uomo (presentata a Pitti Uomo 87) che per donna, con la quale ha debuttato lo scorso febbraio all’interno del calendario di Milano Moda Donna. E lo scorso aprile la linea di abbigliamento per bambini Marcelo Burlon Kids of Milan: nonchè una Lamborghini personalizzata Burlon presentata a Milano. Nei prossimi mesi uscirà la linea di occhiali prodotta in licenza da Marcolin e un disco assieme al deejay Davide Squillace.
Oggi la sua azienda, che ha sede in un palazzo storico di via Manin a Milano, ha 40 dipendenti, fattura circa 20 milioni di euro l’anno e distribuisce i propri capi in quasi cinquecento negozi in giro per il mondo.