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  • Sabato 18 luglio 2015

Il piano del governo australiano per uccidere 2 milioni di gatti randagi

Il ministro dell'Ambiente ha detto che è una decisione necessaria per evitare l'estinzione di altre specie originarie dell'Australia

di Ishaan Tharoor - Washington Post

Il governo australiano ha da poco annunciato un piano che prevede l’uccisione selettiva di 2 milioni di gatti domestici inselvatichiti entro il 2020. I gatti domestici inselvatichiti sono quei gatti, un tempo domestici, poi diventati randagi. La decisione è stata presa per preservare le molte specie originarie dell’Australia che secondo le autorità rischiano l’estinzione perché vengono predate dai gatti randagi. Gregory Andrews, il commissario australiano che si occupa di proteggere le specie a rischio d’estinzione, ha detto a una radio locale: «Il ministro dell’Ambiente Greg Hunt ha dichiarato guerra a quei gatti e mi ha chiesto di occuparmi della questione». Hunt aveva esposto il suo piano giovedì, mentre si trovava allo zoo di Melbourne: «Oggi stiamo prendendo una decisione netta: sotto i nostri occhi nei prossimi anni non si dovrà più estinguere nessuna specie animale».

I gatti non sono nativi dell’Australia: vi sono stati introdotti circa 200 anni fa dai colonizzatori europei. Si stima che al momento ci siano in Australia circa 20 milioni di gatti e che uccidano ogni giorno 75 milioni di animali di specie originarie dell’Australia. Le specie australiane a rischio sono circa 1.800 e l’Australia è uno dei paesi al mondo in cui si estinguono più specie animali: 29, dall’arrivo degli Europei a oggi.

Tutti gli stati e i territori che compongono l’Australia hanno già deciso di classificare i gatti inselvatichiti come “animali nocivi”. Il governo australiano ha spiegato che la maggior parte dei soldi che investirà nei prossimi cinque anni in questo progetto sarà usata per finanziare l’abbattimento dei gatti, che saranno adescati, soffocati o uccisi attraverso la caccia. Il governo si sta impegnando a dimostrare che queste azioni saranno svolte nel modo più “umano e efficace possibile”.

Anche la Nuova Zelanda – in cui i gatti sono arrivati poco dopo rispetto all’Australia – ha problemi simili e nel 2013 Gareth Morgan, un famoso economista neozelandese, aveva chiesto di eliminare tutti i gatti del paese, definendoli “natural born killers”, (assassini nati). L’approccio australiano è invece diverso: «È importante sottolineare il fatto che noi non odiamo gli animali», ha spiegato Andrews. «Semplicemente non siamo più in grado di tollerare i danni che stanno facendo alla nostra fauna».

© Washington Post 2015