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  • Mercoledì 8 luglio 2015

Il padiglione del Nepal a Expo è finalmente completo

A causa del terremoto i lavori si erano fermati, ma tantissimi visitatori in questi mesi sono comunque entrati a fare una donazione per la ricostruzione

L'ingresso al padiglione del Nepal, finito e inaugurato lunedì 6 luglio (Marta Cantoni/Il Post)
L'ingresso al padiglione del Nepal, finito e inaugurato lunedì 6 luglio (Marta Cantoni/Il Post)

Quello del Nepal era l’unico padiglione nazionale di Expo a non essere stato ancora completato, ma non per problemi tecnici o per ritardi nei lavori: gli operai che lavoravano alla struttura erano tornati a casa a causa del fortissimo terremoto che aveva colpito il loro paese il 25 aprile scorso, causando oltre 7mila morti. La pagoda nepalese, che si trova all’inizio del Decumano tra la riproduzione della Madonnina del Duomo a grandezza naturale e il padiglione del Sudan, era rimasta quindi incompleta fino a qualche giorno fa.

Ora però i lavori sono stati finalmente terminati, grazie all’aiuto di operai di altri padiglioni che hanno dato una mano a finire il progetto, seguendo le indicazioni dei tre operai nepalesi che sono rimasti in Italia. Il progetto del padiglione è fortemente legato alla cultura nepalese, studiato dall’Implementing Expert Group, il gruppo di architetti assunti dal governo nepalese anche per Expo 1988, 1990, 2000 e 2010. La sera di lunedì 6 luglio il padiglione è stato aperto interamente al pubblico.

Prima i visitatori potevano passare tra piccole pagode intagliate a mano, potevano lasciare un’offerta per aiutare i nepalesi a ricostruire quello che è stato distrutto dal terremoto, ma si fermavano davanti a un nastro che impediva l’ingresso alla grande pagoda, incompleta. L’atmosfera generale del padiglione è stata progettata per ricordare la forma del mandala, il diagramma circolare composto dall’unione di figure geometriche che richiama il “cerchio della vita”, e quindi cerca di ricreare l’atmosfera degli antichi insediamenti delle valli di Kathmandu, con molti porticati e templi formati da colonne intagliate a mano.

Nonostante i lavori fossero evidentemente indietro, molte persone sono già passate a visitare il padiglione del Nepal in questi due mesi di Expo e la cassetta delle offerte all’entrata – insieme a quella posizionata a metà del Decumano – si sta riempiendo. Inoltre per ora, grazie all’Agenzia Italiana Risposta Emergenze (Agire) con il supporto di Expo 2015 per il Nepal, sono stati raccolti oltre 2 milioni di euro (1 milione e 300mila da Agire, più 739mila euro da organizzazioni associate) che sono già stati in parte impiegati su progetti specifici. I visitatori ora possono anche accedere al ristorante nepalese dentro la pagoda, che ha aperto per la prima volta martedì a pranzo: i piatti tipici sono a base di riso, verdure, pollo e tante spezie.