La ministra degli Esteri svedese contro l’Arabia Saudita, di nuovo
La ministra degli Esteri svedese Margot Wallström è tornata a criticare l’Arabia Saudita per i suoi «metodi medievali». Martedì 9 giugno, parlando alla radio pubblica svedese SR, la ministra ha commentato la recente condanna a mille frustate contro il blogger Raïf Badawi da parte della Corte Suprema dell’Arabia Saudita, dicendo:
«La mia opinione è che si tratti di una punizione medievale: è un metodo medievale che non ha spazio in una società che consente ai mezzi di comunicazione di essere liberi e che permette alle persone di esprimere le loro opinioni. Quello che penso è comunque abbastanza chiaro, è stato pubblicato su tutti i media e non ho cambiato idea».
Raïf Badawi è il fondatore del sito Liberal Saudi Network, che promuoveva un dibattito pubblico sullo stato dell’Arabia Saudita e criticava la famiglia reale e le rigide istituzioni religiose (la religione ufficiale del paese è l’Islam wahabita, una corrente dell’Islam fondamentalista e molto conservatrice). Nel 2014 il sito aveva vinto, tra l’altro, un premio di Reporters sans frontières (RSF) per la libertà di espressione. Badawi ha 31 anni, è in carcere dal 2012 e l’8 giugno è stato condannato definitivamente dalla Corte Suprema dell’Arabia Saudita a mille frustate e a dieci anni di prigione per aver offeso l’Islam. Dopo la prima condanna (maggio 2014) sua moglie e i suoi tre figli si erano rifugiati in Canada. All’inizio di gennaio Badawi era stato frustato pubblicamente per 50 volte a Gedda, la seconda città dell’Arabia Saudita, la seduta successiva era stata sospesa perché le ferite non erano guarite. Sul suo caso sono comunque intervenuti diversi premi Nobel, gli Stati Uniti, varie organizzazioni non governative e l’Unione europea che ha definito la pena come «inaccettabile» e «contraria alla dignità umana».
Lo scorso gennaio, in occasione delle prime 50 frustrate inflitte a Badawi, la ministra degli Esteri Margot Wallström aveva parlato di «metodi quasi medievali». La crisi tra i due paesi si era aggravata in marzo quando la Lega Araba – organizzazione politica degli stati arabi in cui i sauditi hanno una posizione predominante – aveva impedito alla ministra di tenere un discorso sui diritti umani e i diritti delle donne al Cairo, in Egitto. La Svezia aveva quindi reagito non rinnovando un grosso accordo sulla vendita di armi all’Arabia Saudita, in vigore dal 2005. L’Arabia Saudita aveva a sua volta sospeso il rilascio dei visti per i cittadini svedesi, ma il 2 aprile, il governo svedese aveva assicurato che le relazioni tra i due paesi si erano «normalizzate».