Obama: «I palestinesi meritano la fine dell’occupazione e delle umiliazioni quotidiane»

President Barack Obama speaks during a meeting with Saudi Arabia's Crown Prince Mohammed bin Nayef and Deputy Crown Prince Mohammed bin Salman, Wednesday, May 13, 2015, in the Oval Office of the White House in Washington. (AP Photo/Jacquelyn Martin)
President Barack Obama speaks during a meeting with Saudi Arabia's Crown Prince Mohammed bin Nayef and Deputy Crown Prince Mohammed bin Salman, Wednesday, May 13, 2015, in the Oval Office of the White House in Washington. (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Martedì 12 maggio, a un giorno dall’inizio di una riunione del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) con i leader dei sei più grandi paesi arabi del Medio Oriente, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dato un’intervista a Asharq al-Awsat, un quotidiano arabo con sede a Londra in cui, tra le altre cose, ha parlato dei rapporti tra Israele e Palestina: «Non potrò mai rinunciare alla speranza di una pace tra israeliani e palestinesi», ha detto Obama, aggiungendo anche che dal nuovo governo israeliano si attende «un reale impegno per la soluzione dei due Stati». Quella dei “due popoli due Stati” è diventata dagli accordi di Oslo in poi (1993) la base di tutte le trattative di pace ed è ancora la posizione ufficiale di entrambe le parti oltre che di tutti i negoziatori che si sono succeduti negli anni per provare a trovare una soluzione, nonostante siano in molti a sostenere che non sia più valida.

Obama poi ha parlato in particolare della situazione dei palestinesi, dicendo:

«I palestinesi meritano la fine dell’occupazione e delle umiliazioni quotidiane che ne derivano, meritano di vivere in uno stato indipendente e sovrano dove possono dare ai loro figli una vita dignitosa e delle opportunità. E come ho detto nel mio discorso al popolo israeliano in quello stesso viaggio (Obama aveva visitato Ramallah, due anni fa) la pace tra israeliani e palestinesi è necessaria, è giusta e è possibile. Ed è anche nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. È per questo che abbiamo lavorato così duramente in questi anni per la soluzione dei due Stati e per sviluppare modi innovativi per rispondere alle esigenze di sicurezza di Israele e di sovranità della Palestina»