La vita assieme a Netflix

Il più famoso servizio di streaming di film e serie tv in Italia non c'è ancora ma ha già degli abbonati, come gli imbucati alle feste

<> at Langham Hotel on January 9, 2013 in Pasadena, California.
<> at Langham Hotel on January 9, 2013 in Pasadena, California.

Francesco Costa ha raccontato della sua recente esperienza con Netflix, il più famoso servizio di streaming online di serie tv e film a pagamento, sul magazine online Prismo. Costa spiega che Netflix – a cui per il momento ci si può abbonare in Italia solamente grazie ad alcuni procedimenti relativamente complicati – «ha cambiato il mio modo di guardare la televisione e quindi, in una certa piccola misura, che mi ha cambiato la vita». Netflix sarà disponibile anche in Italia, anche se con un catalogo diverso da quello degli Stati Uniti, alla fine del 2015.

Prismo è un nuovo magazine online di cultura pop fondato e diretto da Timothy Small – che in passato ha già diretto l’edizione italiana di VICE e il magazine di sport Ultimo Uomo – e prodotto dalla società web Alkemy.

Il 3 gennaio dovevo prendere due aerei. Il primo è partito con cinque ore di ritardo e ho perso la mia coincidenza. Non ho trovato alternative praticabili al secondo volo allora ho noleggiato una macchina, ho guidato per 600 chilometri, sono arrivato a casa e stremato sono andato a dormire. La mattina dopo mi ha svegliato un SMS di un amico: anzi, di un complice. Voleva avvertirmi che una delle più grandi case di produzione cinematografica al mondo aveva un problema con noi. Per essere più precisi, col nostro modo di guardare la tv.

Con una qualche incoscienza, mi autodenuncio: sono un utente abusivo di Netflix, il famoso servizio di servizio di streaming on demand per cui paghi un piccolo abbonamento – 9 dollari al mese negli Stati Uniti – e hai accesso a un catalogo sterminato di film, serie tv, documentari, programmi televisivi, da vedere dove ti pare, in HD sul 42 pollici di casa o sull’iPhone mentre aspetti la metropolitana.

Netflix oggi è attivo in circa 50 paesi. Se si visita la sua homepage da una nazione in cui il servizio non è attivo, come l’Italia, si viene accolti da un’immagine piuttosto crudele: una famiglia seduta sul divano se la spassa guardando la tv dietro una grande scritta – «Watch TV shows & movies anytime, anywhere» – sotto cui ce n’è però una più piccola: «Sorry, Netflix is not available in your country yet». Tradotto: stasera c’è una festa a cui tu non sei stato invitato.

Però ci si può imbucare. Basta invitare a casa un amico smanettone e creare una VPNper convincere Netflix che non vi state collegando da Quarto Oggiaro – come tutti i milanesi su Internet, mi sembra di capire – bensì dagli Stati Uniti. È illegale? Non lo so. Usare una rete VPN è legale. L’app di Netflix era già installata sul Media Player che ho comprato da Mediaworld. Il costo dell’abbonamento mi viene regolarmente addebitato ogni mese sulla carta di credito, e quindi si capisce perché per Netflix quello degli utenti abusivi – centinaia di migliaia in tutto il mondo, sembra – sia forse più un’opportunità che un problema. Non si può dire lo stesso però delle case cinematografiche.

(Continua a leggere su Prismo)

foto: Frederick M. Brown/Getty Images