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  • Martedì 17 marzo 2015

La Francia ha bloccato cinque siti Internet accusati di predicare il terrorismo

Il governo ha applicato le nuove norme approvate a febbraio: «c'è una differenza tra libertà di espressione e celebrare il terrorismo»

Bernard Cazeneuve, il ministro degli Interni francese, ha comunicato che la Francia ha bloccato cinque siti accusati di avallare il terrorismo, applicando così per la prima volta le nuove misure antiterrorismo approvate a febbraio. Uno dei siti bloccati, “al-Hayat Media Center”, è accusato di avere legami con lo Stato Islamico, ha spiegato il ministro Cazeneuve: «C’è una differenza tra libertà di espressione e diffusione di messaggi che hanno come scopo quello di celebrare il terrorismo. Questi messaggi di odio sono un reato. Operazioni simili riguarderanno molti altri siti».

La legge francese permette al governo di ordinare alle aziende che forniscono l’accesso alla rete (gli Internet provider) di bloccare l’accesso ai siti riconducibili ad attività terroristiche di vario tipo: i provider hanno ventiquattr’ore di tempo per farlo, infatti alcuni di questi siti sono ancora raggiungibili. Il sito bloccato ha la possibilità di fare ricorso, ma solo dopo il blocco. Un altro dei siti in questione, “Islamic-news.info”, è stato bloccato domenica sera e non è più accessibile neanche dall’estero. Quello che è bloccato però è solo l’accesso ai siti, che continuano a esistere: e ci sono modi per aggirare questa rimozione, come l’utilizzo della rete TOR, che permette di navigare anonimamente in rete. Inoltre i siti segnalati possono riapparire online utilizzando nuovi indirizzi o nuovi domini.

Un’altra parte delle nuove norme riguarda i cosiddetti “foreign fighters”, cioè i cittadini o residenti in Francia che vanno a combattere nei paesi mediorientali e arabi (e poi tornano in Francia). Nell’ultimo mese il ministero degli Interni è stato informato di oltre mille casi tra tentativi di espatrio e viaggi verso Siria e Iraq, e la stampa francese dice che molti sono stati bloccati grazie a queste norme. Il primo ministro francese Manuel Valls ha detto che in base alle informazioni del governo ci sono circa 1.400 persone, tra i residenti e i cittadini francesi, che si erano unite alla causa jihadista in Siria e Iraq o progettavano di farlo.