Neve in Medio Oriente
Le foto scattate in questi giorni tra Libano, Turchia, Egitto, Siria, Israele e Cisgiordania, e il racconto dei problemi che sta causando
Mercoledì una grossa perturbazione ha interessato diversi paesi del Medio Oriente, provocando temporali e nevicate in Libano, Turchia, Egitto, Siria, Israele e Cisgiordania. Le autorità palestinesi hanno dichiarato lo stato di emergenza in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, e il portavoce del ministro della Protezione Civile della Palestina ha detto che un bambino palestinese di otto anni è morto in un incendio provocato da una stufa in un campo profughi nella città di Tulkarm. Ha nevicato anche in Israele, sulle alture del Golan e nel nord del paese: le scuole di Gerusalemme hanno chiuso preventivamente, per via delle previsioni del tempo che avevano anticipato 25 centimetri di neve. Nelle città siriane di Damasco e Aleppo gli aerei militari delle forze governative non hanno volato, a causa della scarsa visibilità.
I disagi maggiori però si sono verificati in Libano, dove c’è stata una grossa tempesta sulla costa, mentre all’interno, nella valle della Beqa’, una nevicata ha causato molti problemi agli 1,5 milioni di rifugiati siriani che vivono nei campi profughi: le autorità hanno anche detto che un pastore siriano di trent’anni e un bambino di sette sono morti mentre si trovavano sulle montagne vicino alla città di Sheb’a, nell’est del paese. In diversi campi profughi i rifugiati stanno cercando di togliere la neve dai tetti delle tende, preoccupati che queste possano crollare. Ibtisam Mohammed, una donna di 37 anni con sette figli, ha raccontato che il vento ha strappato i teli che la sua famiglia utilizzava come finestre: «Abbiamo spostato i materassi in quell’angolo» ha detto ad Associated Press, «è l’unico posto asciutto della casa». Sempre in Libano il traffico aereo è stato sospeso temporaneamente, e ha chiuso anche la maggior parte delle scuole, dei negozi, delle stazioni di benzina e delle banche.