Dick Cheney sulle torture della CIA: «Lo rifarei subito, senza pensarci»

Il vicepresidente dell'amministrazione di George W. Bush ha difeso le "tecniche di interrogatorio rafforzate" in un'intervista a un programma di NBC

Domenica 14 dicembre, in un’intervista al programma “Meet the Press” in onda su NBC, Dick Cheney – il vicepresidente in carica durante l’amministrazione di George W. Bush – ha difeso le pratiche di tortura utilizzate dalla CIA di cui si è parlato negli ultimi giorni per la pubblicazione di un rapporto di una commissione del Senato degli Stati Uniti. Cheney, parlando delle “tecniche di interrogatorio rafforzate” (espressione che lui usa per riferirsi alla “tortura”), ha detto:

«Lo rifarei subito, senza pensarci»

Cheney, che fu vice-presidente dal 2001 al 2009, si è comunque dissociato da alcune delle peggiori pratiche di tortura emerse dal rapporto pubblicato da una commissione del Senato americano questa settimana. Ad esempio ha detto che una delle pratiche, definita “idratazione rettale”, non fu mai autorizzata (e ha suggerito che potrebbe essere stata praticata per ragioni mediche). Cheney ha anche evitato di utilizzare il termine “tortura” per definire i metodi di interrogatorio utilizzati dalla CIA: «Tortura è quello che ha fatto al Qaida a tremila americani l’11 settembre. Non c’è paragone con quello che abbiamo fatto noi con le “tecniche di interrogatorio rafforzate”».

Cheney ha detto anche che non è affatto turbato dai casi di persone imprigionate, torturate e poi rivelatesi innocenti: «Non sono turbato fino a quando raggiungiamo i nostri obiettivi: catturare gli autori dell’attacco dell’11 settembre e impedire un nuovo attacco agli Stati Uniti». Cheney ha anche criticato la parte del rapporto in cui si accusa la CIA di non aver fornito sufficienti informazioni all’allora presidente, George W. Bush. Secondo Cheney: «Quell’uomo sapeva cosa stavamo facendo. Lo autorizzò e lo approvò».