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  • Domenica 7 dicembre 2014

Una notte di proteste e scontri a Berkeley

Nella città californiana due poliziotti sono rimasti feriti durante una manifestazione per le uccisioni di Michael Brown e Eric Garner

Da un paio di giorni a Berkeley, città della California a poco meno di venti chilometri da San Francisco, vanno avanti manifestazioni e proteste contro la polizia accusata di avere ucciso gli uomini neri Michael Brown e Eric Garner. Negli scontri che si sono verificati questa notte sono rimasti feriti due poliziotti. Le proteste erano iniziate in diverse città degli Stati Uniti giovedì 4 dicembre, dopo che un gran giurì aveva deciso di non incriminare un poliziotto bianco coinvolto nella morte di Eric Garner.

In Missouri, dove lo scorso agosto era stato ucciso Brown, e a New York, dove era stato ucciso Garner, le proteste sono cominciate in maniera pacifica. Nella notte tra sabato 6 e domenica 7 dicembre, tuttavia, alcuni manifestanti a Berkeley si sono staccati dal gruppo principale e hanno cominciato ad attaccare le vetrine dei negozi e a lanciare oggetti contro la polizia. Questo gruppo era formato da circa 400 persone, che la polizia ha affrontato lanciando gas lacrimogeni.

Anche nel caso di Brown il gran giurì aveva deciso, lo scorso 28 novembre, di non procedere all’incriminazione del poliziotto responsabile dell’omicidio. La ricostruzione iniziale della vicenda – secondo cui Brown venne colpito di spalle mentre aveva le mani alzate – è stata piuttosto screditata. Secondo il gran giurì il poliziotto aveva sparato per legittima difesa in seguito a una colluttazione con Brown. Il caso Garner, invece, sembra piuttosto diverso. Garner fu ucciso dopo una colluttazione in cui diversi poliziotti lo immobilizzarono atterra, causandogli una compressione del torace e impedendogli di respirare. Il gran giurì ha stabilito che non ci fu nulla di scorretto nella procedura con cui Garner venne immobilizzato, mentre secondo i legali della famiglia si è trattato di una manovra esplicitamente vietata dai regolamenti.