Gli arresti nella Sanità in Toscana e Liguria

Diciotto tra medici e dipendenti di aziende farmaceutiche sono stati arrestati con l'accusa di aver fatto o ricevuto regali per spingere alcune pazienti ad acquistare latte in polvere

Aggiornamento: il più noto accusato dall’inchiesta citata in questo articolo è stato scagionato dalle accuse con archiviazione della sua posizione nel 2017, per mancanza di riscontri.

Venerdì 21 novembre diciotto persone sono state arrestate in Toscana e Liguria nel corso di un’inchiesta dei NAS (i Nuclei antisofisticazione e sanità dei Carabinieri). Secondo i NAS e i magistrati che hanno condotto l’inchiesta, dodici pediatri che ora si trovano agli arresti domiciliari avrebbero ricevuto regali da aziende farmaceutiche per spingere le proprie pazienti ad utilizzare nell’allattamento latte in polvere al posto del latte naturale. Tra gli arrestati ci sono anche cinque informatori scientifici e un dirigente di un’azienda farmaceutica.

I medici arrestati lavorano in diverse aziende sanitarie in provincia di Livorno, Pisa e La Spezia. Tra gli arrestati ci sono anche i primari di pediatria dell’ospedale del Levante Ligure di La Spezia e dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. Quest’ultimo, il professor Roberto Bernardini, 57 anni, è anche presidente della società italiana di allergologia e immunologia (l’accusa nei confronti di Bernardini è stata archiviata perché riconosciuta priva di riscontri nel 2017). Nelle ordinanze cautelari che ha emesso la procura di Pisa sono contenuti diversi testi di intercettazioni: secondo l’accusa, dai testi emergono le prove della corruzione dei medici da parte delle aziende farmaceutiche. L’indagine è iniziata nel giugno del 2013 in seguito a una segnalazione anonima.

Secondo i magistrati, i medici hanno ricevuto molti regali – televisori, elettrodomestici, tablet e smartphone – oltre a viaggi pagati per sé e le proprie famiglie. In alcune intercettazioni, dicono i magistrati, emergono anche richieste specifiche da parte dei medici sui regali desiderati (i modelli di smartphone o di televisore, ad esempio) e sulle destinazioni dei viaggi. In cambio, le aziende farmaceutiche avrebbero chiesto ai medici di spingere le proprie pazienti ad acquistare latte in polvere di una specifica marca (secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i prodotti della società Mellin e, in un unico caso, della società Humana).

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha detto: «Mi chiedo come possano medici pediatri andare contro l’etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del Ministero della Salute per convincere le mamme a usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati». Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha detto di aspettarsi che «ognuno faccia la sua parte: i direttori generali delle Asl prendendo provvedimenti adeguati, e altrettanto ci aspettiamo anche da parte degli ordini professionali».

Questa settimana, altre tre persone sono state arrestate nel corso di un’altra inchiesta riguardante il sistema sanitario toscano. Si tratta di un fornitore di dispositivi medici e dei suoi due figli. Tutti e tre al momento si trovano agli arresti domiciliari. Secondo i magistrati, l’imprenditore ha fatto regali di vario genere a circa una quindicina di medici di diversi ospedali fiorentini che al momento sono soltanto indagati. In cambio dei regali, i medici, soprattutto cardiologi, avrebbero favorito i prodotti dell’imprenditore nel corso di alcune gare d’appalto.