L’uomo che ha ebola.com

Jon Schultz ha trovato un modo discutibile e discusso per guadagnare dalle epidemie: adesso chiede 150mila dollari per un dominio attualissimo

di Terrence McCoy - Washington Post

Jon Schultz è un uomo magro, fumatore, che indossa una veste color rubino e si mette in una posa regale per le fotografie: è un uomo d’affari e vuole presentarsi bene, si possono guadagnare soldi da ogni cosa, anche da tragedie e disastri. Per il giusto tipo di investitore, ha detto lunedì sera, le catastrofi costituiscono un’opportunità di business unica. E Schultz, venditore di domini sulle malattie, è proprio quel tipo di investitore.
Dite un nome di una malattia, ed è probabile che Schultz la possieda. Ha birdflu.com (l’aviaria). Ha H1n1.com (la suina). Ha un sito per la malattia mortale che si prende dalle zanzare, Chikungunya, e un altro per la febbre emorragica Marburg. E soprattutto, c’è il gioiello della sua collezione, Ebola.com, che Schultz ha comprato nel 2008 per poco più di 10mila euro.

E ora è arrivato il momento di riscuotere il compenso. Schultz vuole 150mila dollari (120mila euro) per Ebola.com, un prezzo che ritiene più che ragionevole. «Secondo il contatore del nostro sito stiamo già facendo 5mila visitatori al giorno solo grazie alle persone che digitano ebola.com per vedere cosa c’è» dice Schultz, che controlla i titoli dei giornali come i broker controllano il loro portafoglio di azioni, per capire quanto valga il suo dominio. «Riceviamo tutti i giorni richieste di informazioni sul prezzo. Ho una grande esperienza in questo genere di commercio sui domini, e il mio intuito mi dice che 150mila dollari sono ragionevoli».
Guerre e disastri hanno sempre presentato opportunità commerciali, dai trafficanti clandestini di armi agli speculatori edili che vogliono guadagnare milioni dalla ricostruzione di Gaza. E gli speculatori dei domini come Schultz – che gestisce anche terror.com, PotassiumIodide.com e fukushima.com – sono gli ultimi sintomi di questa tendenza.

Schultz, che possiede la Blue String Ventures con base a Las Vegas, guarda ai domini con gli occhi di uno scommettitore. Non è quanto vale un dominio oggi, spiega in un’intervista al Washington Post. È quanto varrà domani. «Il nostro dominio, birdflu.com, varrà molto più di ebola.com. Lo stiamo curando per quel momento,» dice, riferendosi a un’epidemia che potrebbe essere molto più grande di quella di ebola, trasformando il proprietario di birdflu.com in un uomo molto ricco. «Quel virus è trasmissibile per via aerea, mentre ebola non potrà diffondersi negli Stati Uniti allo stesso modo».

Il candore con il quale Schultz parla di una tragedia terribile, o della possibilità di una nuova epidemia è impressionante. Come può non pensare che ebola ha ucciso più di 4mila persone in Africa Occidentale, che è arrivata negli Stati Uniti, e che gli ufficiali sanitari internazionali ora avvisano del pericolo di un collasso e del caos diffuso? «Potreste fare le stesse domande ai dottori» dice Schultz elusivamente: «Possono diventare molto ricchi curando pazienti molto malati. Tra l’altro abbiamo sacrificato un po’ di spazio pubblicitario sulla pagina del sito per mettere alcuni link sulla malattia, perdendoci circa 2mila euro. E le persone possono anche donare a Medici Senza Frontiere sul sito».

Non tutti sono stati comprensivi con Schultz. «Nell’economia dell’informazione di oggi ci sono ancora alcuni speculatori peggiori di chi si impossessa abusivamente di siti e domini, come chi ha registrato e possiede ebola.com,» ha detto Elias Groll, vicedirettore al giornale Foreign Policy. «Lunedì la direttrice dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, Margareth Chan, ha definito l’epidemia “senza dubbio la peggiore emergenza per la salute pubblica dei tempi moderni”. E naturalmente qualcuno vuole farci dei soldi».
E sono soldi da fare subito. Schultz ha spiegato al Washington Post che vuole vendere il dominio in fretta perché è preoccupato che qualcosa “migliori” l’epidemia, diminuendo il valore attuale delle notizie su ebola e il valore del suo dominio. «Ebola può diventare un problema più grande, o può migliorare e non rimarrà tutta questa grande notizia ancora a lungo».

Schultz è entrato in questo business anni fa, ma solo dal 2005 si è concentrato sui domini delle malattie, quando ha visto una strana offerta all’asta di un dominio chiamato aviaria. Non ne aveva mai sentito parlare, quindi si era documentato, capendo velocemente il potenziale impatto di un’epidemia globale. Dice di aver comprato birdflu.com per circa 15mila euro e da lì ha iniziato a comprare domini con nomi di malattie. E non gli ci è voluto molto per imbattersi in ebola.
Il suo socio in affari, Chris Hood, loda l’occhio attento di Schultz per i buoni nomi dei domini sulle malattie: «sta seduto tutto il giorno davanti al computer, informandosi sulle notizie di salute e scienza… per vedere se qualcosa può avere potenziale in futuro». Hood dice anche che spera che il sito possa aiutare un giorno a salvare delle vite, «è il nostro modello di business».

Schultz stava aspettando da anni una situazione come quella attuale, per ricavare un profitto da ebola.com. E nella sfortunata eventualità in cui ci sia un’epidemia di aviaria o di Marburg, lì ci sarà di nuovo Schultz, a vendere domini di terribili tragedie, cercando di fare soldi.
Si fermerà ai domini sulle malattie? Cosa dice di ISIS.com? «Lo sa?» dice Schultz, riflettendoci su per un lungo momento, «non ci avevo ancora pensato».

(foto courtesy Jon Schultz)