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  • Martedì 16 settembre 2014

Le proposte dell’Ucraina per la pace

Il presidente Poroshenko ha offerto più poteri alle regioni dell'est ma i separatisti non sembrano interessati; intanto il Parlamento ha ratificato l’accordo di associazione con l’UE

Aggiornamento delle ore 12.40: Il Parlamento europeo ha ratificato con 535 voti favorevoli, 127 contrari e 35 astenuti l’accordo di associazione con l’Ucraina. Il voto si è svolto in contemporanea con quello del Parlamento ucraino che ha a sua volta ratificato l’accordo. L’accordo prevede la progressiva eliminazione delle barriere commerciali per le aziende ucraine che intendono esportare i loro beni in Unione Europea, e impegna l’Ucraina a raggiungere gli standard europei nel campo dei diritti umani e del controllo delle armi. Il Parlamento ucraino ha inoltre espresso parere favorevole a due progetti di legge che prevedono l’attribuzione di autonomie speciali alle regioni dell’est e un’amnistia per i filorussi che non siano perseguibili e che non abbiano commesso «omicidi, stupro e atti di terrorismo».

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Nonostante alcuni combattimenti isolati, la tregua concordata da una decina di giorni in Ucraina dell’est tra esercito e separatisti filo-russi per ora sta tenendo, e il presidente ucraino Petro Poroshenko confida di renderla ancora più stabile grazie a nuove aperture e concessioni per le regioni orientali del paese. La serie di proposte è contenuta in una nuova legge che il Parlamento ucraino dovrà esaminare nel corso dei prossimi giorni. Tra i provvedimenti ci sono un’amnistia per buona parte delle persone fermate e arrestate durante i combattimenti, e la possibilità per le regioni orientali di assumere più autonomia rispetto al governo di Kiev.

Nuove aperture
Come spiega Anthony Faiola sul Washington Post, i nuovi provvedimenti prevedono anche aperture circa l’utilizzo della lingua russa nell’Ucraina dell’est, la possibilità per le regioni della zona di eleggere autonomamente i magistrati, di creare forze di polizia locali e di stringere maggiori rapporti con la Russia. Le regioni interessate saranno naturalmente vincolate a mantenere la loro appartenenza all’Ucraina e non potranno unirsi alla Russia, come richiesto da mesi dai separatisti che hanno condotto diverse battaglie dure e sanguinose contro l’esercito ucraino.

Si stima che la guerra da aprile a settembre abbia causato la morte di almeno 3mila persone e obbligato centinaia di migliaia di ucraini a lasciare le loro case e spostarsi verso l’Ucraina dell’ovest o in Russia. Il governo ucraino ha più volte accusato quello russo di essere coinvolto direttamente nel conflitto, di avere invaso il paese e di avere aiutato economicamente e militarmente i separatisti, condizione sempre negata dal governo di Vladimir Putin.

Esito incerto
Non è ancora chiaro se il piano proposto da Poroshenko diventerà legge: il presidente è stato criticato dai movimenti che lo scorso inverno hanno manifestato a Kiev contro i rapporti privilegiati del governo e dell’allora presidente con la Russia, a scapito di quelli con l’Unione Europea. La legge per dare più autonomie all’Ucraina dell’est è per molti una resa e c’è chi teme possa essere un primo passo per sancire la loro indipendenza, cosa che andrebbe a vantaggio delle ambizioni del governo russo. Poroshenko ha difeso il suo piano ricordando che “non c’è nulla di più importante per noi della pace: queste sono le condizioni chiave per assicurarla”.

Nonostante le numerose concessioni, i rappresentanti dei separatisti filo-russi hanno mostrato grande scetticismo nei confronti della proposta di Poroshenko. Alexander Zakharchenko, separatista che si è autodichiarato primo ministro della Repubblica popolare di Donetsk – una delle regioni in cui si sono concentrati i combattimenti negli ultimi mesi – ha di fatto respinto la proposta: “Nella nostra terra, ci saranno la nostra gente e le nostre leggi. Non ci sono state discussioni di alcun tipo sul fatto di rimanere entro il territorio dell’Ucraina”.

Poroshenko ha inoltre indetto nuove elezioni locali per il prossimo 9 novembre nelle regioni orientali sotto il controllo dei separatisti. Alcuni rappresentanti dei ribelli hanno spiegato che si voterà solamente se nelle aree interessate sarà sicuro aprire i seggi, ricordando che comunque le votazioni si svolgeranno seguendo le regole dell’autoproclamata Repubblica popolare e non quelle imposte dal presidente dell’Ucraina.

Accordo con l’UE
Il Parlamento ucraino in questi giorni si deve inoltre occupare della ratifica dell’accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea, che porterà a maggiori rapporti politici e commerciali del paese con l’occidente. La ratifica del piano è prevista per martedì e avverrà con votazioni in contemporanea tra Parlamento ucraino e Parlamento europeo. La parte più importante dell’accordo, quella cioè sul libero commercio delle merci, entrerà però in vigore non prima del 2016. Ufficialmente per motivi pratici e tecnici, ma secondo molti analisti per non indisporre ulteriormente il governo russo, preoccupato di perdere la propria influenza commerciale sull’Ucraina.

Il ritardo nell’avvio della parte sul libero commercio è stato concordato alla fine della settimana scorsa in una riunione a Bruxelles, Belgio, cui hanno partecipato rappresentanti dell’Ucraina, dell’UE e della Russia. Tra Unione Europea e Ucraina sono comunque già stati avviati diversi programmi per intensificare i rapporti commerciali. UE e Stati Uniti hanno inoltre avviato un’altra serie di dure sanzioni economiche nei confronti della Russia, accusata di avere dato diverse risorse ai separatisti filo-russi e di avere invaso la Crimea fino ad annetterla.

Combattimenti
In alcune città dell’Ucraina dell’est negli ultimi giorni sono intanto proseguiti gli scontri, nonostante sia ufficialmente in vigore una tregua. L’esercito ucraino ha accusato i ribelli di avere attaccato diversi posti di blocco nelle regioni orientali, obbligando i soldati a rispondere con la forza. Anche i separatisti accusano l’esercito ucraino di avere violato in più occasioni la tregua. Secondo il governo dell’Ucraina, la Russia mantiene ancora oltre 25mila soldati al confine e ci sarebbero circa 3mila suoi militari entro i confini ucraini. La NATO ha avviato una serie di esercitazioni e manovre militari nell’ovest dell’Ucraina, per dimostrare la propria presenza alla Russia e dare in questo modo seguito ai piani decisi nel suo recente vertice in Galles.