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  • Mercoledì 2 luglio 2014

Gli scontri a Gerusalemme Est

Sono iniziati dopo il ritrovamento di un ragazzo palestinese morto: secondo molti è una ritorsione degli ebrei estremisti

Scontri tra palestinesi e poliziotti israeliani vicino alla casa di Mohammed Abu Khdair, il ragazzino palestinese trovato morto e probabilmente ucciso per vendetta da ebrei ultra-ortodossi, a Gerusalemme. 
(Ilia Yefimovich/Getty Images)
Scontri tra palestinesi e poliziotti israeliani vicino alla casa di Mohammed Abu Khdair, il ragazzino palestinese trovato morto e probabilmente ucciso per vendetta da ebrei ultra-ortodossi, a Gerusalemme. (Ilia Yefimovich/Getty Images)

Nel quartiere di Shuafat, a Gerusalemme Est, ci sono stati scontri tra palestinesi e poliziotti israeliani, in seguito al ritrovamento mercoledì mattina del cadavere di Mohammad Abu Khedair, un ragazzo palestinese di 17 anni. La famiglia ha raccontato che il ragazzo è stato costretto a entrare in una macchina da tre uomini, mentre stava andando a pregare verso le 4 di questa mattina. Un’ora dopo la denuncia alla polizia, il suo corpo è stato ritrovato in un bosco nella periferia della città: aveva segni di violenza e gravi ustioni tanto che non è stato possibile riconoscerlo subito ma solo dopo alcune ore attraverso l’esame del DNA. Si teme che si tratti di una vendetta per l’uccisione di Eyal Yifrach, Gilad Shaar e Naftali Frankel, i tre ragazzi israeliani rapiti il 12 giugno e ritrovati morti lunedì scorso.

La polizia israeliana sta indagando per capire se sia trattato effettivamente di una ritorsione, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di «assassinio spregevole» e ha ricordato che «Israele è uno stato di diritto e tutti sono obbligati a comportarsi nel rispetto della legge». Anche il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha detto che «è un atto orribile e barbarico», mentre il presidente palestinese Abu Mazen ha accusato i coloni israeliani, e detto che il governo israeliano è responsabile delle loro azioni. Durante gli scontri a Shuafat, i palestinesi hanno lanciato sassi e bombe molotov contro i poliziotti, che hanno risposto con proiettili di gomma e gas lacrimogeni. I manifestanti hanno anche colpito la metropolitana leggera di Gerusalemme, mettendola temporaneamente fuori uso. La Mezzaluna Rossa, il corrispettivo islamico della Croce Rossa, ha detto che più di 50 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri.

Nel frattempo la situazione nel paese continua a essere molto tesa. La polizia ha perquisito e distrutto le case di Marwan Qawasmeh e Amar Abu Aish, sospettati dell’uccisione dei tre ragazzi israeliani e affiliati del gruppo terroristico Hamas, a Hebron. Martedì notte, dopo il funerale dei ragazzi, ebrei estremisti hanno sfilato nelle strade di Gerusalemme urlando «morte agli arabi” e picchiando alcune persone: ci sono state in quest’occasione decine di arresti. La mattina di giovedì 3 luglio, l’aviazione israeliana ha effettuato diversi attacchi nella Striscia di Gaza e i palestinesi hanno lanciato dei razzi verso Israele. Almeno 10 civili sono rimasti feriti nel nord della Striscia di Gaza, tra cui una donna che, secondo il capo della squadra di emergenza di Gaza, si trova in condizioni molto critiche.