• Sport
  • Martedì 24 giugno 2014

Cesare Prandelli ha annunciato le dimissioni

Irrevocabili, dopo la partita persa dall'Italia contro l'Uruguay, e altrettanto ha fatto il presidente della FIGC Giancarlo Abete

(Clive Rose/Getty Images)
(Clive Rose/Getty Images)

Durante la conferenza stampa dopo la partita Italia-Uruguay, finita con la vittoria dell’Uruguay e la fine dei Mondiali per l’Italia, Cesare Prandelli ha annunciato le sue dimissioni da commissario tecnico della nazionale di calcio italiana. Prandelli ha motivato la sua decisione dicendo di volersi prendere le responsabilità per l’eliminazione e dicendo che “non volevo sentirmi dire di rubare i soldi ai contribuenti”. Prandelli ha parlato di limiti tecnici della squadra e delle sue scelte sbagliate nella gestione del Mondiale e dicendo che “il progetto tecnico non ha funzionato”. Ha poi specificato che le sue sono dimissioni “irrevocabili”.

Durante la stessa conferenza stampa anche Giancarlo Abete, presidente della FIGC, ha annunciato le sue dimissioni, dicendo poi che spera che Prandelli cambi idea e che convocherà un consiglio federale che ratifichi la sua decisione: «Prandelli ha rassegnato le dimissioni, convocherò un Consiglio Federale al rientro, ma spero che ritiri le dimissioni». Abete ha detto che la scelta di dimettersi era già maturata prima dei Mondiali per motivi di carattere personale, per recuperare “miei spazi professionali” e per motivi di “politica sportiva”, ponendo la necessità di una successione.

Cesare Prandelli era allenatore della nazionale italiana dal 2010: era subentrato a Marcello Lippi dopo il Mondiale in Sudafrica, in cui l’Italia fu eliminata (nella fase a gironi, anche quella volta). Prima di allora Prandelli si era fatto notare e apprezzare da moltissimi osservatori soprattutto per il suo lavoro come allenatore della Fiorentina, dal 2005 al 2010, benché fosse nel giro degli allenatori della Serie A già da diversi anni. Con lui come allenatore l’Italia è arrivata seconda all’Europeo del 2012 e terza nella Confederations Cup, nel 2013, e ha giocato per molto tempo un calcio abbastanza diverso – più offensivo e più divertente, intanto – rispetto al recente passato.

Giancarlo Abete era presidente della FIGC dal 2007, ma lavorava nella Federazione già da molto tempo: era stato vicepresidente negli anni Novanta, e poi di nuovo dal 2001 al 2006. Era a capo della delegazione dei dirigenti federali che accompagnarono l’Italia al Mondiale del 2006, in Germania. La sua ultima rielezione come presidente della FIGC era stata a gennaio scorso, e il suo mandato sarebbe terminato nel 2017.