La Francia ai Mondiali
Diciannovesima puntata della guida del Post: una squadra molto forte, ma anche discontinua e caratterialmente turbolenta
La nazionale francese di calcio è probabilmente, fra quelle più importanti e vincenti al mondo, quella che nella sua storia recente ha assommato il maggior numero di successi seguiti a completi fallimenti (o viceversa). Nel 1986 fu battuta in semifinale dalla fortissima Germania Ovest dopo avere eliminato Italia e Brasile. Nelle due successive edizioni non riuscì nemmeno a qualificarsi. Nel 1998 vinse il torneo in casa, battendo il Brasile in finale. Nel 2002 uscì malamente al primo turno. Nel 2006 – com’è noto – fu sconfitta dall’Italia in finale, dopo aver eliminato il Brasile. Nel 2010 uscì nuovamente al primo turno, se possibile ancora più malamente che nel 2002, tra polemiche e ammutinamenti dei calciatori contro il loro allenatore.
La Francia arriva a questi Mondiali dopo un girone di qualificazione obiettivamente molto facile, assieme a Spagna, Finlandia, Georgia e Bielorussia: dopo essere arrivata seconda – con otto punti di vantaggio sulla Finlandia – si è giocata l’accesso ai Mondiali in due partite di andata e ritorno con l’Ucraina, seconda classificata del gruppo H: è passata in modo molto rocambolesco (aveva perso 2-0 all’andata, ha vinto il ritorno in casa 3-0) ed è stata sorteggiata in un gruppo abbordabile, assieme a Svizzera, Honduras ed Ecuador.
La Francia più deludente
Si tratta probabilmente di quella degli ultimi due anni della gestione di Raymond Domenech, allenatore della nazionale francese fra il 2004 e il 2010 e personaggio decisamente originale. Nel giro di due anni, fra il 2008 e il 2010, la Francia uscì al primo turno sia agli Europei del 2008 sia ai successivi Mondiali del 2010. Nel 2008 uscì dopo aver pareggiato 0-0 contro la Romania e perso nettamente sia con l’Olanda (4-1) sia contro l’Italia (2-0). Due anni dopo, pareggiò nuovamente 0-0 la prima partita contro l’Uruguay e poi perse contro Messico e Sudafrica, non proprio due squadroni.
Entrambe le volte aveva a disposizioni una delle rose migliori, sulla carta: giocatori oggettivamente forti nel pieno della loro carriera come Patrice Evra e Nicolas Anelka, vecchie colonne come Thierry Henry e Éric Abidal e giovani talenti che ancora oggi fanno parte dei titolari (Nasri, Ribery, Benzema, Valbuena). All’epoca dei Mondiali del 2010 circolarono moltissime voci di uno spogliatoio diviso e di una cattiva gestione da parte di Domenech dei rapporti coi calciatori: dopo la sconfitta per 2-0 contro il Messico, Domenech e Anelka ebbero un notevole litigio che portò, rispettivamente, alla cacciata di Anelka dalla squadra, a uno sciopero di alcuni giocatori in suo sostegno e alla successiva squalifica di Anelka da parte della federazione francese per 18 giornate, per avere insultato Domenech. Anelka non giocò mai più in nazionale.
Noi e la Francia
La nazionale italiana e quella francese hanno una recente ma corposa storia di rivalità e partite importanti giocate una contro l’altra. Ci andò male nel 1998 e nel 2000, mentre ci rifacemmo nel 2006 e nel 2008. Nel 1998 perdemmo ai quarti di finale dei Mondiali: la partita finì 0-0, si andò ai rigori e il centrocampista Luigi di Biagio sbagliò quello decisivo.
Agli Europei del 2000 invece, in finale, la Francia riuscì a pareggiare 1-1 al 94esimo, e poi a vincere con un “golden gol” – la regola per cui ai tempi supplementari vince chi segna per primo – al 103esimo minuto, segnato dall’attaccante David Trezeguet.
Nel 2006, come molti ricorderanno, fu l’Italia a vincere ai rigori, nella finale dei Mondiali giocata in Germania. Fu proprio David Trezeguet a sbagliare, per la Francia, mentre il rigore che diede la vittoria all’Italia fu segnato dal difensore Fabio Grosso.
Nel 2008 Francia e Italia giocarono contro nell’ultima partita del girone C degli Europei, giocandosi la qualificazione (avevano entrambe un solo punto). Vinse l’Italia, grazie a un rigore segnato da Andrea Pirlo e a una punizione di Daniele De Rossi.
L’allenatore
L’attuale allenatore della Francia – ha preso il posto di Laurent Blanc, nel luglio 2012 – è Didier Deschamps, ex calciatore noto in Italia perché ha giocato a lungo nella Juventus (che allenò anche, nella stagione 2006-2007, in Serie B) e capitano della Francia campione del mondo del 1998. Deschamps si è dimostrato piuttosto flessibile, e ha rivisto alcune sue idee sul modulo: durante le qualificazioni ha giocato spesso con un 4-2-3-1, poi cambiato in un 4-3-3, con tre giocatori fondamentali in un centrocampo solido e di ottima qualità: Paul Pogba, Yohan Cabaye e Blaise Matuidi. Col cambio di modulo è rimasto praticamente tagliato fuori Samir Nasri, un forte ma caratterialmente turbolento trequartista del Manchester City, che non è stato neppure convocato. Su questo Deschamps è stato chiarissimo: ha risposto che non lo ha convocato perché «mentre nel Manchester City è titolare, in nazionale non lo è. Lui ha fatto notare chiaramente che non ne è soddisfatto e lo spogliatoio ne ha risentito. Io devo scegliere la miglior squadra francese, non i 23 migliori giocatori francesi».
Sull’Ultimo Uomo Daniele Manusia ha dato una convincente spiegazione delle motivazioni tecniche probabilmente alla base della scelta di Deschamps di tenere fuori Nasri dai convocati:
Per Deschamps allenatore sarebbe stato impossibile cercare emuli degli eroi del ’98, anzi ha preferito lasciare fuori dalle convocazioni Samir Nasri: l’ultimo dei presunti eredi di Zidane (ruolo che prima è toccato a Gourcuff). Dato che trovare undici giocatori di quella qualità sarebbe impossibile anche chiudendo un occhio su disciplina e spirito di squadra (anche se la Francia è Campione del Mondo Under 20, quindi su un po’ di qualità può contare), per Deschamps è stato più utile ispirarsi ai valori di fondo di quella squadra cercando di creare un gruppo completo senza scendere a compromessi con le individualità più complicate.
I giocatori più forti, a questo giro
Blaise Matuidi
Ha 27 anni e gioca da centrocampista nel Paris Saint-Germain, che ha vinto il campionato francese sia in questa stagione che in quella passata, e con lui da titolare. Non si è mai spostato dalla Francia: prima del PSG aveva giocato nel Saint-Étienne e prima ancora nel Troyes, ed è nel giro della nazionale maggiore dal 2010 (fu una dei primi convocati di Laurent Blanc). Matuidi è un centrocampista centrale di grande qualità: oltre che utile in copertura e nel pressing, ha tempi di inserimento notevoli e praticamente non è mai lontano dall’azione, ed è molto rapido. Nella Francia allenata da Deschamps Matuidi ha un ruolo fondamentale in un centrocampo a tre con Cabaye e Pogba. Non segna tantissimo ma non è questo il suo ruolo, e anzi per essere uno che fa anche da mediano non segna poco (7 gol in questa stagione). Il 5 marzo scorso ha segnato il suo primo gol con la nazionale francese, un gran gol, il 2-0 in un’amichevole contro l’Olanda.
Paul Pogba
Tra gli Under-21 Pogba è probabilmente il più forte centrocampista centrale al mondo e quello con la valutazione più alta. Ha 21 anni e gioca da due stagioni nella Juventus, in cui molti commentatori lo considerano uno dei giocatori più importanti della rosa, e uno dei più determinanti nella Juventus per la conquista dei titoli più recenti. In un certo senso vale lo stesso discorso sia per la Juventus che per la Francia: Pogba è riuscito a ottenere quasi immediatamente un ruolo da titolare in due formazioni – Juventus e Francia – che a centrocampo hanno forse la maggiore concentrazione di qualità rispetto al resto della rosa. Pogba è portentoso fisicamente, bravissimo a recuperare palloni, anticipare gli avversari nei contrasti, fare pressing alto sui portatori di palla ostacolando la costruzione dell’azione avversaria. A tutto questo unisce un gran tiro da fuori area e buona precisione nei passaggi. Praticamente è una specie di Patrick Vieira coi piedi molto buoni.
Karim Benzema
Ha 26 anni e gioca nel Real Madrid, che lo comprò nel 2009 dal Lione – per circa 35 milioni di euro – come uno dei più promettenti attaccanti europei in circolazione. È il suo primo Mondiale: nel 2010 non fu convocato e la scelta fu piuttosto contestata. Oggi nessuno si sognerebbe di tenerlo fuori.
A Benzema si addice un’espressione molto frequente nel giornalismo sportivo italiano: fa reparto da solo. Nel senso che è un attaccante completo – molto forte tecnicamente e fisicamente –abituato a giocare come unica punta centrale, in moduli che solitamente prevedono la presenza di ali molto rapide che giocano piuttosto lontano da lui. In questo senso è bravissimo anche a far giocare bene i suoi compagni, attirando la marcatura dei centrali di difesa avversari. Poi, quando ha il pallone tra i piedi in area, segna con grandi facilità e frequenza (in questa stagione ha segnato 24 gol).
In una partita di campionato contro l’Osasuna, del marzo 2012, Benzema segnò uno dei suoi gol più belli di sempre, che a molti ne ricordò uno leggendario e molto simile segnato dall’olandese Marco van Basten nella finale degli Europei del 1988.
Franck Ribéry
Aggiornamento 6 giugno — Durante una conferenza stampa Deschamps ha annunciato che Ribéry non parteciperà al Mondiale a causa di un infortunio alla schiena che nelle ultime settimane gli ha impedito di allenarsi: «non sarà in grado di allenarsi per alcune settimane, figuriamoci di giocare una partita», ha detto Deschamps, che al posto di Ribéry ha convocato il centrocampista del Montpellier Rémy Cabella (e intanto Morgan Schneiderlin, centrocampista del Southampton, è stato convocato al posto di un altro giocatore infortunato, Clément Grenier del Lione).
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Ribéry ha 31 anni e probabilmente sarà il suo ultimo Mondiale. Ribéry è uno dei giocatori con più talento di tutta la rosa, oltre che uno di quelli con più esperienza: gioca come ala sinistra nel Bayern Monaco, con cui ha vinto quattro campionati tedeschi e la Champions League della passata stagione. Ribéry è uno di quei giocatori fondamentali che creano superiorità numerica – ovvero: saltano gli avversari, creando condizioni favorevoli per la propria squadra nell’avvicinarsi alla porta avversaria – e svoltano partite che sembrano bloccate: è molto bravo nei dribbling e nella corsa sulla fascia, motivo per cui è tatticamente compatibilissimo con Benzema. Durante le fasi di qualificazione con la Francia ha segnato sei gol, e con il Bayern Monaco in questa stagione ne ha segnati complessivamente 16.
Alcuni giorni fa, alla fine della partita amichevole pareggiata dalla Francia 1-1 contro il Paraguay, ha cominciato a circolare la notizia di un infortunio alla schiena per Ribéry, condizione che comprometterebbe la sua partecipazione al Mondiale. È comunque tra i convocati e Deschamps ha in parte smentito quella notizia, dicendo che farà giocare Ribéry nella prossima amichevole di domenica 8 giugno contro la Giamaica. Se non dovesse farcela, la Francia ha comunque in quel reparto dei giovani validi sostituti, tra cui un bravo – ma ancora un po’ discontinuo – trequartista della Real Sociedad, Antoine Griezmann, che in questa stagione si è fatto notare soprattutto per alcuni gran bei gol.
Antoine Griezmann
Ha 23 anni ed è un esterno che gioca nella Real Sociedad fin dal 2005, prima per le giovanili e poi in prima squadra, dal 2009. È molto bravo, e secondo diversi osservatori ha un gran talento, ancora in gran parte inespresso perché è un calciatore un po’ discontinuo: alterna prestazioni notevoli a lunghe serie di partite giocate così così. In seguito all’infortunio di Ribéry ha una grande occasione di mettersi in mostra, dato che molto probabilmente sarà lui a giocare da titolare sulla fascia destra. In verità il suo talento è già noto a molti dall’inizio di questa stagione: durante una partita di andata dei playoff di Champions League giocata dalla Real Sociedad contro il Lione, ad agosto scorso, Griezmann ha segnato in rovesciata un gol meraviglioso, che è poi circolato moltissimo online. Non è stato un colpo di fortuna: è uno che i gol del genere li fa.
È un giocatore utilissimo soprattutto in fase di attacco, più che in difesa: è molto veloce, tenta il dribbling con frequenza e ha un gran tiro. Inoltre è un giocatore molto sveglio, uno che fa cose difficili con facilità: in una delle ultime amichevoli giocate dalla Francia, contro il Paraguay, ha segnato il suo primo gol in nazionale, ed è stato un gol abbastanza “intelligente”. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, si è ritrovato il pallone quando era a pochi metri dalla porta, ma tra lui e la porta c’erano in mezzo parecchi giocatori: ha fermato il pallone, ha preso la mira e ha calciato verso un angolo scoperto della porta, scavalcando tutti i giocatori lì in mezzo con un tiro lento ma molto preciso.
Speranze?
La Francia ha un centrocampo notevole a supporto di un grande attaccante, ma non ha una difesa al livello del resto della squadra: i centrali titolari sulla carta non sarebbero neppure troppo male – Raphael Varane e Mamadou Sakho, grande protagonista nella partita di ritorno dello spareggio contro l’Ucraina (in cui ha segnato un gol) – ma in questa stagione non hanno giocato sempre nelle loro rispettive squadre e lo hanno fatto poco e male in nazionale. Anche i terzini, Patrice Evra e Mathieu Debuchy, ultimamente sono sembrati poco in forma.
Può passare agevolmente il turno e magari superare anche gli ottavi, ma già nei quarti se la vedrebbe probabilmente contro una squadra più forte. Le ultime grandi manifestazioni sportive, inoltre, fanno pensare che il rendimento della squadra sarà molto influenzato dalla situazione emotiva dei calciatori: banalmente dal fatto se andranno o no d’accordo tra loro e con il loro allenatore.
Foto: copertina (AP Photo/Thibault Camus), Matuidi (AP Photo/Christophe Ena), Pogba (FRANCK FIFE/AFP/Getty Images), Benzema (DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images), Ribery (DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images), Griezmann (AP Photo/Claude Paris)
Il Post pubblica un articolo al giorno dedicato a ciascuna delle squadre che parteciperanno ai Mondiali. L’archivio degli articoli precedenti di questa serie lo trovate qui.