Incentivi auto 2014, una guida per capirli

Riguardano l'acquisto di nuove macchine a basse emissioni di anidride carbonica, e saranno destinati sia ai privati che alle imprese

Gli incentivi e le agevolazioni per l’acquisto di macchine “ecologiche” – ossia con basse emissioni “complessive” (BEC) di inquinanti e sistemi di alimentazione alternativa – sono stati stabiliti da un decreto (DL 83/2012) di cui ultimamente si è tornato a discutere, a seguito del decreto di “ripartizione delle risorse” firmato il 3 aprile scorso dal ministro dello sviluppo economico Federica Guidi (la norma originaria è del 2012, modificata dalla legge di stabilità 2013). Questo nuovo provvedimento riguarda prevalentemente le imprese – ma anche i privati, in misura minore – e soltanto una serie limitata di veicoli: elettrici, ibridi, a GPL, a metano, biometano, biocombustibili, idrogeno. Restano quindi ugualmente esclusi sia motori a diesel che a benzina, a prescindere dalle loro emissioni. Le categorie di veicoli interessati non sono soltanto macchine: sono auto, ciclomotori e motocicli a due o tre ruote, quadricicli e veicoli commerciali leggeri.

I fondi complessivi disposti dal provvedimento sono 31,3 milioni di euro per il 2014, a cui si aggiunge una parte dei fondi non utilizzati relativi al 2013, per un totale di 63,4 milioni; per il triennio 2013-2015 è previsto uno stanziamento complessivo di 120 milioni di euro. I venditori potranno fare richiesta dei fondi online, da rigirare ai clienti sotto forma di incentivi, a partire da martedì 6 maggio.

BEC eco-incentivi autoLe tre soglie di emissione
I fondi – che per l’acquirente finale copriranno, a determinate condizioni, il 20 per cento del prezzo totale di acquisto della nuova macchina (non ancora immatricolata, quindi non le cosiddette auto “a km zero”) – saranno distribuiti secondo tre diverse soglie di emissione di anidride carbonica: 50, 95 e 120 grammi per chilometro; le prime due soglie riguardano ogni categoria di acquirente, privati e non, mentre la terza soglia riguarderà solo le imprese (che per ottenere l’incentivo però dovranno obbligatoriamente rottamare un veicolo vecchio).

I fondi per privati e per le imprese
Il 15 per cento dei fondi (9,51 milioni di euro) sarà destinato all’acquisto di macchine con emissioni di anidride carbonica non superiori a 50 g/km (praticamente solo le elettriche): in questo caso i fondi copriranno non più di 5 mila euro, sul prezzo totale di acquisto della macchina. Il 35 per cento dei fondi (22,2 milioni di euro) riguarderà le macchine con emissioni fino a 95 g/km, che al momento sono principalmente macchine ibride, o di piccole dimensioni a GPL o metano: in questo caso lo sconto massimo ottenibile sull’acquisto di una nuova macchina sarà di 4 mila euro.

I fondi per le imprese e basta
La parte più consistente dei fondi – il 50 per cento del totale, 31,7 milioni di euro – riguarderà le macchine con emissioni non superiori a 120 g/km, che di fatto sono la stragrande maggioranza di quelle interessate da questo provvedimento. In questo caso però i fondi riguarderanno soltanto mezzi destinati “all’uso di terzi” o utilizzati “nell’esercizio di imprese, arti e professioni, e destinati ad essere utilizzati esclusivamente come beni strumentali nell’attività propria dell’impresa”. Anche in questo caso il contributo coprirà il 20 per cento del prezzo totale della macchina, ma sarà pari a un massimo di 2 mila euro, e c’è una condizione ulteriore: per avere diritto al contributo bisognerà rottamare obbligatoriamente una macchina vecchia almeno 10 anni, e posseduta da almeno un anno dal nuovo acquirente o da un suo familiare convivente (quindi non si può comprare un catorcio solo per rottamarlo e usufruire dell’incentivo).

Il 20 per cento netto sul prezzo totale, per l’acquirente finale?
Non esattamente. Il contributo viene considerato prima dell’applicazione delle imposte sul prezzo del veicolo. Inoltre sarà composto da due parti: il contributo statale e lo sconto del venditore. Esempio: se l’acquirente rispetta tutte le condizioni e quindi ha diritto a un contributo del 20 per cento sul prezzo di una macchina da 25 mila euro, avrà un contributo di 5 mila euro composto da uno sconto da 2 mila e 500 euro operato dal venditore, e da un contributo statale di altri 2 mila e 500. Alla fine insomma quella macchina la pagherà 20 mila euro più IVA e altre eventuali imposte.

Qual è l’obiettivo di questi incentivi?
L’obiettivo di questo provvedimento non è sostenere il mercato delle macchine, ma principalmente allinearsi alle raccomandazioni dell’OCSE e della Commissione Europea, redatte nel documento CARS21, sulla “crescita sostenibile dell’industria automobilistica nell’Unione Europea”. Alcuni contestano che il provvedimento rischi di rivelarsi sostanzialmente inutile a causa dell’assenza di reti di rifornimento e di ricarica delle macchine interessate, e in genere a causa di una certa assenza di offerta nell’ambito delle macchine a bassissime emissioni (se sia l’offerta a condizionare la domanda e/o viceversa, è questione ampiamente dibattuta, da tempo).

Il governo sostiene che questa misura fa parte di un piano più ampio di nuove norme, che prevedono anche “lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica, che per la loro piena evoluzione richiedono l’effettiva disponibilità di un adeguato parco circolante”.