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  • Venerdì 11 aprile 2014

Fotografie dalle elezioni in India

Immagini bellissime dalle più imponenti votazioni della storia della democrazia

Lo scorso 7 aprile sono iniziate in India le elezioni per il rinnovo dei 543 membri della camera bassa del parlamento (Lokh Saba). Le votazioni si concluderanno il prossimo 12 maggio, si svolgeranno in nove fasi – vista la complessa suddivisione amministrativa del territorio e le difficoltà legate al mantenimento dell’ordine pubblico – e la fine del conteggio dei voti è prevista per il 16 maggio. Si tratta di un evento rilevantissimo per il numero delle persone che saranno chiamate al voto (quasi 815 milioni) e perché ci si attende un risultato di portata storica che determinerà il futuro di una delle più importanti ed emergenti economie del mondo.

Il risultato delle elezioni, secondo diversi analisti, potrebbe mettere fine al lungo potere praticamente incontrastato del Partito del Congresso (Indian National Congress, INC), quello della famiglia Gandhi, a favore del Partito Popolare Indiano (Bharatiya Janata Party, BJP) di orientamento nazionalista indù e conservatore, guidato da Nerenda Modi, personaggio politico tra i più controversi degli ultimi decenni in India. È naturalmente molto presto per trarre qualsiasi conclusione, ma dall’analisi dei primi dati sull’affluenza – che è stata finora molto alta – risulta che la previsione del risultato potrebbe non essere così scontata.

(Perché sono importanti le elezioni del 2014 in India)

A Delhi l’affluenza è stata del 64 per cento, il 12 per cento in più rispetto alle elezioni politiche del 2009, in Jammu e Kashmir, stato dell’India settentrionale, del 66 per cento e in Uttar Pradesh, sempre a nord, del 65 per cento. Qui, nel distretto di Muzaffarnagar, dove lo scorso agosto si sono verificati gli scontri etnici tra indù e musulmani più violenti degli ultimi tempi (con 65 persone che sono state uccise e più di 50mila che sono state sfollate), l’affluenza ha raggiunto in alcune circoscrizioni il 69 per cento. E questo potrebbe significare che le minoranze religiose, compresa quella musulmana, si sono mobilitate in massa per votare il Partito del Congresso, alternativa laica al partito di Modi.