Il fascio di luce su Marte

È stato fotografato dal rover Curiosity della NASA e sta facendo discutere molto gli ufologi, ma ha una spiegazione molto razionale

Da alcuni giorni su molti siti che si occupano di UFO ed extraterrestri si discute di una serie di fotografie scattate su Marte da Curiosity, il robot automatico (rover) della NASA. Le foto mostrano uno strano fascio di luce su una collina in lontananza. Gli ufologi hanno dato diverse interpretazioni al fenomeno, alcune particolarmente fantasiose. Secondo Scott C. Waring di UFO Sightings Daily, per esempio, il bagliore “potrebbe indicare che c’è vita intelligente che vive nel sottosuolo e che utilizza la luce come facciamo noi”. Il breve articolo prosegue dicendo che “sicuramente la NASA potrebbe indagare il fenomeno, ma ehi, loro non sono mica su Marte per scoprire la vita, ma solo per ritardare la sua scoperta”.

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L’immagine proveniente da Marte appartiene a una serie di fotografie scattate da Curiosity tra il 3 e il 4 aprile dalla fotocamera (navcam) destra del rover. Le foto servono alla NASA per iniziare a studiare il nuovo punto in cui è da poco arrivato il robot, un’area chiamata “Kimberley” in cui si incrociano e si sovrappongono quattro tipo diversi di terreno. Curiosity ha strumenti e dispositivi per analizzare il suolo e i ricercatori sperano di capire qualcosa di più sulle caratteristiche della zona e le variazioni che ha subito nel corso del tempo.

Oltre alle due foto scattate dalla navcam destra dove è visibile il bagliore, ce ne sono altre due dello stesso panorama fotografate nello stesso momento dalla navcam sinistra dove invece non compare nessuna presunta luce all’orizzonte. E questa è probabilmente la prova più affidabile per escludere che effettivamente qualche omino abbia acceso la luce per andare in bagno nella sua casetta sotterranea.

Il bagliore è con ogni probabilità un’aberrazione della fotocamera o un problema di compressione dei dati in un punto dell’immagine. Alan Boyle di NBC News ha chiesto ulteriori interpretazioni agli esperti del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Gli ha risposto Doug Ellison, grande esperto di immagini digitali e impiegato presso il JPL, dicendogli che l’apparente bagliore è dovuto a un raggio cosmico che ha colpito il sensore della fotocamera destra. Il fenomeno si è verificato due giorni di fila, ma non è così insolito, considerato che comunque ogni 100mila immagini c’è la probabilità di catturarne uno. Il fatto che comunque sia stato visto da una fotocamera e non dall’altra significa che è un problema dell’immagine e non una “cosa reale” sul suolo, ha spiegato Ellison, aggiungendo alla sua spiegazione un definitivo “punto e basta”.