In un’intervista di lunedì 31 marzo con il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto alle obiezioni espresse dal presidente del Senato Pietro Grasso – e da altri esponenti politici e senatori della Repubblica – riguardo la riforma del Senato, da tempo annunciata da Renzi all’interno di un più ampio piano di riforme costituzionali. Ieri Grasso ha chiesto che il Senato resti un’assemblea elettiva, e aveva avanzato dei dubbi sulle concrete possibilità di riuscire a ottenere una maggioranza per l’approvazione della riforma.
Renzi si è detto “colpito” che “la seconda carica dello Stato intervenga su un dibattito non con una riflessione politica e culturale, ma con una sorta di avvertimento” sul fatto che non ci siano i numeri. “Guardi che i professori, da Rodotà in giù, le danno torto”, gli ha detto Cazzullo nell’intervista, e Renzi ha risposto:
«Ho letto altri commenti di tanti professori, molto interessanti. Non è che una cosa è sbagliata se non la dice Rodotà. Si può essere in disaccordo con i professoroni o presunti tali, con i professionisti dell’appello, senza diventare anticostituzionali. Perché, se uno non la pensa come loro, anziché dire “non sono d’accordo”, lo accusano di violare la Costituzione o attentare alla democrazia? Io ho giurato sulla Costituzione, non su Rodotà o Zagrebelsky»
foto: Fabio Cimaglia / LaPresse