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  • Mercoledì 19 marzo 2014

A che punto è l’indagine sul volo scomparso

Dal simulatore sequestrato al pilota mancano alcuni dati, le autorità malesi hanno chiesto aiuto all'FBI per recuperarli; intanto tra i parenti dei passeggeri iniziano i nervosismi

Mercoledì 19 marzo le autorità malesi che stanno indagando sulla scomparsa del volo MH370 di Malaysia Airlines hanno annunciato che il pilota dell’aereo cancellò alcune settimane fa diversi dati contenuti nel simulatore di volo artigianale che si era costruito a casa. Dallo studio della strumentazione, sequestrata lo scorso fine settimana, gli investigatori confidano di trovare qualche possibile indizio che possa spiegare che cosa è successo al Boeing 777, sparito mentre si trovava in volo sul Golfo di Thailandia in viaggio da Kuala Lumpur, in Malesia, a Pechino, in Cina. Dopo avere rifiutato per giorni l’aiuto degli Stati Uniti, le autorità malesi hanno confermato di avere dato alcune copie degli hard disk del simulatore di volo ai tecnici dell’FBI, che proveranno a recuperare i dati cancellati.

Secondo gli investigatori, la rotta dell’aeroplano fu deliberatamente modificata e i suoi sistemi di comunicazione disattivati. Un’operazione simile poteva essere eseguita solo da una o più persone esperte su come funzionano le strumentazioni a bordo di un aereo di linea, e per questo motivo le indagini si sono concentrate soprattutto sul pilota Zaharie Ahmad Shah e sul primo ufficiale Fariq Abdul Hamid. Nella casa del primo è stato trovato il rudimentale simulatore di volo, costruito con diversi componenti elettronici per riprodurre le principali strumentazioni della cabina di pilotaggio degli aeroplani di linea. Il simulatore è visibile in un video caricato su YouTube a gennaio dello scorso anno, a quanto sembra dallo stesso Zaharie.

Dal simulatore mancano alcuni dati, sulle simulazioni effettuate e sulle rotte seguite, rimossi il 3 febbraio scorso, quindi oltre un mese prima rispetto alla scomparsa del volo MH370, che è avvenuta l’8 marzo scorso (in Italia era ancora il 7 marzo). Non è ancora chiaro per quale motivo i dati fossero stati cancellati, ma la loro mancanza di per sé non dimostra niente. Le autorità malesi hanno ribadito che fino a prova contraria tutti i 12 componenti dell’equipaggio sono considerati innocenti. Gli investigatori hanno condotto controlli e verifiche sulle altre 227 persone a bordo, senza trovare nulla di insolito o di sospetto.

Da dodici giorni, intanto, i parenti delle persone che si trovavano a bordo del volo MH370 sono in attesa di notizie, di qualche informazione più concreta e certa da parte delle autorità malesi. Durante la conferenza stampa giornaliera di aggiornamento sulle indagini a Kuala Lumpur, i familiari di alcuni passeggeri sono stati allontanati dalla polizia mentre stavano parlando con alcuni giornalisti, all’esterno della sala conferenze. La polizia ha anche allontanato un giornalista di BBC, che stava cercando di intervistare alcune persone in attesa di notizie.

Alcuni parenti dei passeggeri del volo MH370 hanno mostrato uno striscione con la scritta: “Protestiamo contro il governo malese perché sta nascondendo la verità e sta perdendo tempo invece di cercare i passeggeri. Vogliamo che i parenti sul volo MH370 tornino da noi!”. Lo striscione è stato rapidamente rimosso. A bordo del Boeing 777 circa i due terzi dei passeggeri erano di origini cinesi, e per questo motivo molte delle persone a Kuala Lumpur in attesa di informazioni sono della Cina.

Negli ultimi giorni molti osservatori ed esperti di aviazione hanno criticato le autorità malesi per come hanno condotto e stanno conducendo le indagini sul volo MH370. Sono accusate di avere dato informazioni parziali e in contraddizione tra loro, di averne mantenute segrete altre e di averle diffuse tardivamente, perdendo giorni preziosi per le ricerche dell’aeroplano.